Mercoledì 2 Ottobre 2024

I due satelliti Esa che creano eclissi di sole a comando

Le navicelle Coronagraph e Occulter saranno le prime al mondo a volare in formazione di precisione, senza essere manovrate dalla Terra. La missione permetterà uno studio approfondito delle eclissi

Una simulazione di eclissi creata dalle navicelle Coronagraph e Occulter (Esa)

Una simulazione di eclissi creata dalle navicelle Coronagraph e Occulter (Esa)

Roma, 28 settembre 2024 – Due satelliti ‘gemelli’ in grado di creare delle eclissi solari totali a comando: è la nuova missione dell’Agenzia spaziale europea (Esa), che tra poche settimane prevede di lanciare una coppia di navicelle in formazione ravvicinata intorno alla terra. Si tratta della prima missione di volo in formazione di precisione al mondo.

I due satelliti – chiamati Coronagraph e Occulter – partiranno verso l’orbita terrestre dall’India e saranno collegati da laser e sensori di luce ad altissima precisione. Attraverso una sonda, potranno muoversi per bloccare la luce solare che viaggia verso la terra. Lo scopo è quello di permettere una migliore osservazione delle eclissi e di migliorarne la nostra comprensione.

Si cercherà di capire come questo fenomeno è in grado di causare interruzioni alle linee elettriche, ai satelliti gps e ad altre tecnologie terrestri. Secondo l'agenzia, la missione Proba-3 fungerà anche da apripista per altri voli spaziali di formazione che potrebbero trasformare, ad esempio, gli studi sulle onde gravitazionali, sugli esopianeti e sui buchi neri.

La fase di implementazione della missione Proba-3 è iniziata nel luglio 2014. Un decennio dopo, avverrà il lancio spaziale. "Per la prima volta al mondo, i suoi due satelliti manterranno la formazione con una precisione di pochi millimetri”, si legge sul sito dell’Esa. “La coppia formerà un satellite virtuale gigante . E questo avverrà in modo autonomo, senza fare affidamento sulla guida da terra”, continua la pagina dedicata alla missione. In pratica, le due sonde agiranno come un unico osservatorio lungo 150 metri.

Le navicelle Coronagraph e Occulter (Esa)
Le navicelle Coronagraph e Occulter (Esa)

“Quando i due satelliti si troveranno esattamente nell'orbita giusta, uno di essi rilascerà un disco che coprirà esattamente il sole visto dal secondo satellite, creando così eclissi che dureranno fino a sei ore al giorno”, ha spiegato Damien Galano, responsabile del progetto, all'Observer. Solitamente le eclissi solari durano solamente pochi minuti e questo impedisce agli scienziati di compiere delle osservazioni approfondite. 

Gli scienziati sono particolarmente interessati a studiare la corona interna del Sole – l’atmosfera infuocata che rimane visibile in caso di eclissi totale attorno alla Luna – per la sua temperatura: “La temperatura della superficie del Sole è di circa 6.000°C, mentre la temperatura della sua corona è di circa 1 milione di gradi. Questo è un paradosso”, ha dichiarato Andrei Zhukov, ricercatore principale del progetto europeo. “Ci si aspetterebbe che diventasse più freddo man mano che ci si allontana dal Sole, ma non è così”, spiega Zhukov. 

Consentendo agli scienziati di creare eclissi solari della durata di ore, Proba-3 dovrebbe generare i dati che risolveranno questo mistero: “Saremo in grado di studiare a lungo e in dettaglio la corona interna e di generare informazioni che spiegheranno perché è così calda mentre la superficie solare sottostante è relativamente fredda. Questo dovrebbe permetterci di capire come il Sole influenza il tempo spaziale”, ha spiegato al Guardian Francisco Diego, fisico solare dell’University College London.

Si tratta di uno studio utile anche per future missioni spaziali su altri pianeti: “In generale, siamo protetti dall'atmosfera e dalle fasce di radiazione di Van Allen che circondano la Terra”, spiega il fisico. “Se vogliamo inviare uomini e donne sulla Luna e su Marte, dobbiamo essere in grado di capire e prevedere come si comporterà la corona solare, per evitare che i nostri astronauti subiscano danni”, ha concluso Diego.

Ma Proba-3 dovrebbe fare anche di più: come apripista per la tecnologia di volo di sonde in formazione, potrebbe costituire il nucleo di un approccio completamente nuovo al volo spaziale robotizzato, utilizzando alcuni piccoli satelliti per imitare le operazioni di un singolo veicolo spaziale gigante.