“La lotta al cancro passa dalla medicina di precisione, dalla immunoterapia, dai progressi legati alle campagne di prevenzione e alla diagnosi precoce, ma deve fare i conti anche con la sostenibilità dei sistemi sanitari”. È il messaggio lanciato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) in apertura oggi del meeting dell’American society of clinical oncology (ASCO) che vede la partecipazione di oltre 30mila specialisti da ogni parte del mondo.

La piaga dei tumori in Italia, in capo a un anno, ci costa 19 miliardi di euro (18,9), i farmaci incidono per 4,5 miliardi (un quarto del totale) ma a fronte di un budget importante il sistema sanitario finora è riuscito ad assicurare le molecole anti-cancro innovative a chi aveva effettivamente bisogno, secondo linee guida. “Ma serve più impegno perché il sistema universalistico continui a rendere possibile l’accesso alle cure migliori – ha dichiarato Stefania Gori, presidente nazionale AIOM -. I clinici con l’applicazione rigorosa dei criteri di appropriatezza prescrittiva, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) premiando la reale innovazione e rendendo disponibili le nuove molecole nel più breve tempo possibile, le Regioni con le Reti oncologiche, i pazienti e i cittadini aderendo ai programmi di screening e seguendo stili di vita sani, e l’industria favorendo la ricerca e mettendo a disposizione i farmaci a prezzo equo. È necessario anche uno sforzo di ricerca clinica indipendente, finanziata dalle agenzie nazionali e dai sistemi sanitari. Serve quindi un’alleanza fra tutti gli attori coinvolti”.

Il prezzo da pagare per via dei tumori consiste prima di tutto nel grande dolore per le vite spezzate, le tante esistenze travagliate, gli affetti messi a dura prova. C’è un processo di umanizzazione della medicina in atto, ci sono tante opportunità per rientrare nella sperimentazione di nuove linee di trattamento, ma nemmeno le sperimentazioni e i trial più evoluti, legati all’introduzione di soluzioni innovative nel trattamento delle forme con metastasi, sono in grado di lenire il senso di frustrazione di fronte a una malattia che incalza, e che ogni volta trova modi diversi per sottrarsi alla chirurgia, alla radioterapia e alla farmacologia. Ci sono poi anche gli aspetti materiali, costi diretti (per assistenza oncologica, visite ambulatoriali, ricoveri ospedalieri e spese in farmacia) pari al 57% mentre per il rimanente 43% il prezzo da pagare si traduce nella perdita di produttività legata ad assenze, disabilità e pensionamento anticipato. L’anno scorso nel nostro Paese si sono avute 369mila nuove diagnosi di cancro: più del 50%, cioè oltre 184mila casi, riguarda gli anziani.

“La nuova frontiera nel trattamento della malattia tumorale è la medicina di precisione in oncologia, un concetto che dovrebbe essere applicato in modo ampio a qualsiasi tipo di approccio sistemico nella terapia dei tumori solidi – ha affermato Giordano Beretta, presidente eletto AIOM – . Queste innovazioni implicano il tema della sostenibilità del servizio sanitario. Una tenuta resa possibile grazie anche al fondo di 500 milioni di euro destinato a queste terapie fortemente voluto dall`Aiom, e che oggi costituisce una misura strutturale con cui viene garantito l’accesso alle terapie innovative a tutti i pazienti, in attesa che, proprio attraverso la medicina di precisione, si ottimizzino scelte e risultati, consentendo maggiori benefici a minor costi. Vanno anche eliminate le aree di inappropriatezza, evitando gli esami (in particolare radiologici e strumentali) superati e talvolta inutili”.

I farmaci antineoplastici e immunomodulatori, all’interno della farmaceutica, rappresentano la prima voce di spesa pubblica, un investimento che permette di raggiungere traguardi cruciali. Se alla fine degli anni ‘70 solo poco più del 30% delle persone colpite riusciva a sconfiggere la malattia e negli anni ‘90 questa percentuale arrivava al 47%, oggi circa 6 persone su dieci sopravvivono al cancro e, anche quando non si arriva a guarigione, affermano i dirigenti Aiom, si riesce comunque a trasformare il tumore in una malattia cronica, con cui poter convivere.

In sala stampa, al meeting Asco 2018 a Chicago, il presidente eletto Aiom, Giordano Beretta (Humanitas Gavazzeni) ha incontrato i reporter che seguono l’evento riepilogando lo stato dell’arte nella cura dei tumori.

La prima fase della medicina di precisione in oncologia in anni recenti appare legata alle pionieristiche terapie a bersaglio molecolare che hanno migliorato l’aspettativa di vita nelle neoplasie solide e in un considerevole numero di tumori ematologici (leucemie, linfomi e mieloma multiplo) ma che hanno anche mostrato i loro limiti in termini di resistenze. Ad esempio nel tumore del polmone questi trattamenti riescono a controllare la malattia per un lungo periodo di tempo, però sono efficaci solo per specifiche mutazioni genetiche: sono una minoranza, pari a circa il 15%, soprattutto non fumatori, praticamente esistono tanti tipi di tumore del polmone, diversi a seconda delle mutazioni che esprimono.

Nel caso dell’immunoterapia, che progressivamente ha dimostrato efficacia in diversi tipi di tumore, a partire dal melanoma fino alle neoplasie del rene e del polmone, con importanti prospettive anche in quelle della vescica, del distretto testa collo, del fegato e del colon-retto, i medici devono ancora trovare soluzioni efficaci per individuare i pazienti responsivi al fine di ottimizzare l’impiego dei farmaci, evitando trattamenti non propriamente utili tra quanti hanno inferiori possibilità di trarre beneficio, evitando in questo modo fenomeni di tossicità e costi inutili, incrementando ulteriormente il risultato di tali trattamenti laddove questi sono appropriati.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale