Ogni anno in Italia circa 600mila persone vengono colpite da patologie riconducibili alla trombosi, una epidemia silenziosa che deve essere affrontata con determinazione. Clinici, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni pazienti si sono ritrovati a Roma presso la Sala Capranichetta a Montecitorio per un convegno intitolato “Combattere la trombosi. Più anni alla vita e più vita agli anni”, evento organizzato da Motore Sanità, con il contributo non condizionante di Viatris.

I fattori scatenanti della trombosi includono il danno endoteliale, la stasi del flusso sanguigno e l’ipercoagulabilità del sangue. Inoltre, la crescente incidenza della trombosi negli ultimi anni è legata all’invecchiamento della popolazione, alla sedentarietà e al prolungato allettamento. Abbiamo di fronte vari quadri clinici a seconda dei casi.

La trombosi venosa profonda ad esempio colpisce principalmente gli arti inferiori, e può portare a complicanze gravi come l’embolia polmonare. Il tromboembolismo venoso è la terza causa di esito infausto tra gli adulti, dopo cardiopatia ischemica e ictus cerebrale ischemico. Il numero di casi è in crescita, ma terapie adeguate possono ridurre il rischio mortalità e recidive. Un altro rischio è rappresentato dalla trombocitopenia indotta da eparina (HIT), una rara reazione avversa che può verificarsi dopo l’esposizione all’eparina, che oggi può essere gestita con risposte farmacologiche specifiche.

“Si pone un problema di appropriatezza della prescrizione, sia farmacologica sia dei dispositivi medici, con i relativi costi. Sarebbe quindi interessante – ha commentato Paolo Carlo Righini, chirurgo vascolare IRCCS Policlinico San Donato, Milano – creare un osservatorio che possa aiutare sanitari e legislatore a raccogliere le idee e unire le forze”.

Ogni paziente ha la sua storia. Ecco perché diventa cruciale ragionare sull’appropriatezza, soprattutto in un momento in cui si prospettano varie opzioni, dai farmaci anticoagulanti diretti alle terapie tradizionali come eparina e antagonisti della vitamina K. La vasta gamma di risposte, unita alla variabilità nelle linee guida, può rendere ardua la scelta. E allora diventa indispensabile operare su più fronti, partendo dalla formazione dei clinici, con aggiornamenti sulle ultime evidenze, i criteri di selezione dei casi e la gestione degli effetti collaterali. La scelta della terapia deve essere guidata dall’efficacia, dalla sicurezza, e dalla sostenibilità del trattamento a lungo termine, in modo che si adottino le terapie adeguate, riducendo il rischio di complicanze e garantendo un trattamento personalizzato.

Uno dei temi chiave emersi durante il convegno è il ruolo cruciale della prevenzione. Si stima che un terzo dei casi di trombosi potrebbe essere scongiurato con una corretta informazione. Davide Pugliese, Head of Hospital Care Business Unit di Viatris Italia, ha dichiarato: “Parlare di trombosi è importante oggi al fine di collegare al meglio ospedale e territorio”. Un approccio efficace richiede il coinvolgimento dei medici di famiglia e il sostegno delle associazioni.

La personalizzazione delle terapie è un altro aspetto fondamentale. Ogni paziente ha una storia unica e le cure devono essere adattate alle specifiche esigenze individuali. Antonio Tomassini, presidente dell’Associazione parlamentare per il diritto alla salute e alla prevenzione, ha avvertito: “I numeri sono in forte aumento. È essenziale garantire continuità terapeutica e sorveglianza attiva, rendendo le cure accessibili a tutti”.

L’adozione di uno stile di vita equilibrato, che comprenda una dieta sana, attività fisica regolare e lo stop al fumo, è fondamentale per limitare il rischio trombosi. Tuttavia, ci sono fattori di rischio ineliminabili, come l’età, la familiarità e alcune patologie, che rendono necessaria una prevenzione farmacologica.

Le terapie per la trombosi sono in continua evoluzione, con varie opzioni disponibili. Il tromboembolismo venoso (TEV) comprende condizioni gravi come la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare. La trombosi venosa superficiale è anch’essa una condizione rilevante. In Italia circa il 50% dei casi di tromboembolismo venoso si palesa durante una ospedalizzazione prolungata. “Una corretta gestione – ha rilevato Giorgio Colombo, Direttore Scientifico CEFAT, Centro Economia e valutazione del Farmaco e delle Tecnologia Sanitarie Università di Pavia – deve coinvolgere sia l’ambito ospedaliero sia quello territoriale, con una particolare attenzione alla prevenzione delle complicanze”. Il trattamento del TEV si articola in due fasi: anticoagulanti e fibrinolitici nell’immediato, e terapia a lungo termine per prevenire recidive. “Nel corso degli ultimi anni – ha spiegato il professor Colombo – si è osservato un aumento del consumo per gli anticoagulanti, in particolare per i NAO/DOAC. I consumi di anticoagulanti sono maggiori negli anziani e in pazienti con patologie oncologiche. Inoltre, le donne in età fertile hanno un rischio aumentato di TEV, soprattutto durante la gravidanza e il puerperio”.

Un’attenta valutazione della spesa nelle strutture pubbliche mette in luce alcuni aspetti rilevanti. “In particolare, la spesa ospedaliera si concentra prevalentemente sull’utilizzo delle eparine a basso peso molecolare (EBPM) e del fondaparinux con l’enoxaparina, un trend che si riflette anche nelle farmacie territoriali, dove la quota più consistente della spesa per farmaci anticoagulanti è attribuibile alle EBPM e al fondaparinux. Quest’ultimo, in particolare, ha dimostrato di generare una riduzione dei costi rispetto alle EBPM, pur mantenendo un’efficacia clinica comparabile”. L’analisi di budget impact condotta in Regione Lombardia, su dati di consumo nazionale, “evidenzia chiaramente che fondaparinux rappresenta l’opzione economicamente più vantaggiosa per il trattamento della trombosi venosa profonda”.

Durante il convegno, è stata installata una panchina gialla in piazza Monte Citorio, simbolo della lotta contro la trombosi e un invito a fare sistema. Il giallo rappresenta la luce e la speranza di una rinascita, sottolineando l’importanza di unire le forze per affrontare questa problematica complessa. La sorveglianza attiva e la promozione della cultura della prevenzione sono essenziali per garantire che i pazienti a rischio ricevano le cure adeguate nel momento giusto.

La trombosi si può prevenire con uno stile di vita sano, attività fisica regolare e, in alcuni casi, con farmaci mirati, secondo il giudizio del medico.

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>> Trombosi, come scongiurare le complicanze <<

Ugo Trama, responsabile della Farmaceutica e Protesica della Campania, ha illustrato il modello adottato dalla Regione al fine di garantire che le prescrizioni siano appropriate, verificando che i codici di diagnosi siano in linea con le indicazioni dei farmaci prescritti. Per contenere la spesa farmaceutica, è stata implementata la Distribuzione per Conto (DPC), che consente una gestione ordinaria delle prescrizioni sul territorio. Questo sistema è utilizzato per le terapie legate a dimissioni ospedaliere o visite specialistiche, nel caso in cui la struttura sanitaria non fornisca il ciclo terapeutico completo. Trama ha anche evidenziato che la centralizzazione della DPC ha portato a un miglioramento nella gestione delle scorte, riducendo le carenze di farmaci e limitando la fuga dei pazienti verso strutture private. Inoltre, è previsto un aggiornamento del sistema SINFONIA per l’adeguatezza delle prescrizioni. L’obiettivo è gestire i percorsi sanitari in modo efficace, mantenendo sotto controllo i costi.