In un’epoca in cui la libertà sessuale e le nuove tecnologie sembrano incoraggiare comportamenti audaci e occasionali, l’Italia si trova a fronteggiare un crescente allarme riguardante le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) tra i giovani. Secondo i dati più recenti forniti dalla Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili (SIMaST), le infezioni come la gonorrea e la sifilide hanno registrato aumenti preoccupanti: un incremento del 50% per la gonorrea, che ha raggiunto circa 1.200 casi nel 2022, rispetto agli 820 del 2021; per quanto riguarda la sifilide, i casi sono passati da 580 a 700, con un aumento del 20%. Questo trend allarmante è strettamente correlato alla mancanza di consapevolezza sui rischi associati ai rapporti sessuali, fenomeno che si accompagna a una sempre più ridotta pratica dell’uso del preservativo.

Barbara Suligoi, direttore Coa dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato che il coinvolgimento giovanile in questo ambito è particolarmente significativo. “La prevalenza della clamidia tra le ragazze di età inferiore ai 25 anni è del 7%, mentre nei soggetti sopra i 40 anni è appena dell’1%. In tre casi su quattro, l’infezione da clamidia è asintomatica, il che significa che molte ragazze infette potrebbero non accorgersene né cercare aiuto”. Una realtà che evidenzia la necessità di interventi mirati per informare e proteggere i giovani. Negli ultimi dieci anni, si è osservata una pericolosa riduzione nell’uso del preservativo. Secondo lo studio internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), soltanto il 65,9% dei ragazzi e il 56,8% delle ragazze di 17 anni hanno dichiarato di aver utilizzato un profilattico nell’ultimo rapporto sessuale. Queste cifre offrono uno scorcio inquietante su come le giovani generazioni affrontano la propria vita sessuale, potenzialmente esponendosi a malattie pericolose e diffondendo ulteriormente le infezioni.

La crescente diffusione di pratiche sessuali occasionali, avvalorata da trend di appuntamenti nei social media e app dedicate, ha dato vita a fenomeni come “sex roulette”, “calippo tour” e chemsex, sempre più frequenti tra i giovani. Una inchiesta giornalistica televisiva condotta da Daniel Della Seta mediante interviste a studenti universitari ha messo in evidenza scarsa conoscenza, i giovani sembrano impacciati, spesso sprovveduti di fronte alle insidie, hanno le idee poco chiare su quali siano i comportamenti da tenere per praticare sesso sicuro. Un certo grado di impreparazione in materia non solo rischia di danneggiare la salute, ma compromette anche il benessere sociale e relazionale dei giovani coinvolti. Il timore maggiore, avvertono i medici, è la mancanza di consapevolezza del rischio di contrarre malattie infettive, con tutte le conseguenze che si possono immaginare.

Per contrastare questa tendenza preoccupante, la SIMaST ha realizzato un vademecum destinato principalmente ai ragazzi, volto a informarli sui comportamenti a rischio e su come prevenire il contagio. “Con questo opuscolo intendiamo educare i giovani a riconoscere i sintomi e i segni di un’infezione a trasmissione sessuale in atto”, ha dichiarato Luca Bello, presidente SIMaST. Questo crescente allarme sulle IST si colloca all’interno di un contesto europeo più ampio, in cui i dati mostrano tendenze preoccupanti simili, e sarà uno dei temi principali del X Congresso Nazionale della SIMaST, in programma a Roma il 17 e 18 ottobre. Qui, infettivologi, epidemiologi, dermatologi, ginecologi, urologi e altri specialisti si riuniranno per discutere strategie e soluzioni per promuovere il sesso sicuro e sensibilizzare il pubblico, in particolare i giovani, sull’importanza della protezione e della consapevolezza. L’insidia delle infezioni sessualmente trasmissibili tra i giovani richiede urgenti interventi educativi e preventivi. È essenziale che le istituzioni, le scuole e i genitori collaborino per fornire informazioni corrette e tempestive, affinché le nuove generazioni possano vivere la propria sessualità in modo responsabile e sicuro, prevenendo così la diffusione di malattie che potrebbero colpire la loro salute a lungo termine.