Approvata all’unanimità, dal Consiglio regionale della Lombardia, la mozione riguardante lo sviluppo della psico-oncologia. Presentata lo scorso 28 ottobre dall’Intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” a prima firma Gigliola Spelzini, e dal Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, la mozione prende vita dopo un lungo e complesso dialogo con le associazioni dei pazienti oncologici e ha lo scopo di sollecitare i decisori a definire la figura e il ruolo dello psico-oncologo all’interno del team multidisciplinare, quale necessario supporto dei bisogni psicologici dei pazienti in tutte le fasi della malattia. «Il parere favorevole espresso sulla mozione sulla psico-oncologia è un ulteriore passo avanti che ci ripaga del lungo e complesso lavoro svolto in questi anni», ha dichiarato Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna ODV e coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. «Ormai è ben chiaro come il supporto psico-oncologico sia un bisogno clinico al momento ancora insoddisfatto ma assolutamente necessario e che vogliamo diventi parte integrante dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali all’interno dei reparti oncologici e onco-ematologici. Infatti, il cancro non è solo una malattia fisica, ma impatta profondamente sulla sfera emotiva e sociale dei pazienti e delle loro famiglie. È arrivato il momento di considerare il benessere globale del paziente, non solo con l’utilizzo di innovative terapie farmacologiche, ma con programmi di supporto psico-sociale che aiutino il paziente ad affrontare e superare il trauma della malattia e a migliorare la sua qualità della vita».

I numeri del cancro in Italia. Questo rapporto stima un aumento a 395.000 nuovi casi di tumore per il solo 2023, rispetto ai 376.600 stimati nel 2020. Grazie alla ricerca medica e alle nuove terapie mirate, la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti migliorano. Gli interventi psico-oncologici di prevenzione, cura e riabilitazione del disagio emozionale vanno definiti e resi strutturali. Una proposta portata all’attenzione della Commissione e alla quale il Gruppo tiene in modo particolare è quella di ampliare la possibilità per i caregiver famigliari di usufruire dell’aspettativa non retribuita (anche oltre i due anni previsti) qualora assistano un congiunto con grave malattia avanzata. Ciò permetterebbe di mantenere il posto di lavoro e sarebbe anche un risparmio per lo Stato. Altra proposta lanciata da Mancuso, la revisione della legge 104, permettendo anche al famigliare che abita a poca distanza dall’assistito di usufruire dei due anni retribuiti dalla legge, mentre oggi questo è previsto solo per i caregiver conviventi.

 

La Giunta regionale lombarda si impegna, avvalendosi del contributo delle principali Società Scientifiche, ad attivare percorsi di formazione specialistica in Psico-Oncologia clinica e a sviluppare un percorso di psico-oncologia all’interno dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) oncologici per supportare i pazienti affetti da tumore.

«La diagnosi di tumore – ha spiegato la consigliera Gigliola Spelzini – segna profondamente la sfera emotiva, psicologica e sociale, oltre che quella fisica, coinvolgendo inevitabilmente anche gli affetti familiari. La diagnosi di malattia neoplastica porta con sé una serie di emozioni difficili da gestire: paura, rabbia, depressione, senso di isolamento e, spesso, uno stigma che il paziente e i familiari faticano a superare. Ecco perché la psico-oncologia deve essere a tutti gli effetti parte integrante del percorso di cura del paziente da affiancare alle terapie farmacologiche. Promuovere la psico-oncologia significa migliorare la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie – conclude Spelzini – significa offrire non solo speranza, ma anche la possibilità di affrontare la malattia con una forza e una serenità maggiori».
La regione Lombardia ha recepito il Piano Oncologico Nazionale che prevede la necessità di attivare, per le diverse neoplasie e nelle varie fasi di malattia (compresa la survivorship), percorsi psico-oncologici di prevenzione, cura e riabilitazione del disagio emozionale, siano essi di supporto o più specificamente psicoterapeutici (individuali, di coppia, familiari) per il paziente e la sua famiglia, integrati all’interno dei percorsi della cura medica. In quest’ottica nei documenti della rete Oncologica lombarda è prevista la figura dello psico-oncologo, in ottemperanza a quanto previsto dal PON 2022/2027. Ne consegue, la necessità di formazione specifica in questa disciplina, come raccomandato dalle linee guida internazionali di area psicologica e psichiatrica, finalizzata ad una presenza stabile di specialisti psico-oncologi nei gruppi multidisciplinari.

«La recente letteratura scientifica ha dimostrato che cancro e benessere psicologico possono essere coniugati efficacemente allo scopo di realizzare la migliore qualità di vita dei pazienti e del loro caregiver – ha sottolineato da parte sua Angela Piattelli, presidente nazionale SIPO, Società Italiana di Psico-Oncologia – i pazienti affetti da tumore sviluppano diverse forme di psicopatologie tra cui ansia, depressione e disturbi dell’adattamento di varia intensità con gravi ripercussioni sul benessere psicologico a causa del carico psicosociale associato ai trattamenti della malattia. È fondamentale chiedere al paziente già al momento della diagnosi se esiste una storia pregressa di disagio emozionale, anche perché la stessa diagnosi di cancro può scatenare un disturbo psicologico. Numerosi sono gli strumenti che lo psico-oncologo ha a disposizione per impostare un piano di intervento, cruciale è l’alleanza medico-paziente che consente di attuare il migliore intervento clinico. Un plauso al Consiglio regionale lombardo – chiosa Piattelli – per questo importante impegno a favore della psico-oncologia e dei pazienti, che consentirà ai malati lombardi di accedere e usufruire di cure psico-oncologiche continuative perché strutturate nell’organico dei reparti di oncologia e integrate nel team multidisciplinare».