La Confederazione Parkinson Italia ha lanciato una campagna istituzionale intitolata “Parkinson: oltre il tremore, una malattia che è cento malattie”, realizzata con il supporto incondizionato di Zambon. Questa iniziativa si propone di portare alla luce la complessità della malattia di Parkinson, che va ben oltre il noto tremore, il sintomo più riconoscibile e considerato come indissolubilmente associato a questa patologia. Di fatto, con oltre 40 sintomatologie diverse possibili, il Parkinson si manifesta in modo unico per ogni individuo, influenzando non solo il movimento, ma anche l’umore, il sonno, la digestione, la voce e via dicendo.

Dunque, si tratta di una patologia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. La complessità fa sì che non esista un’unica esperienza di malattia, ma piuttosto un ampio spettro di manifestazioni che possono condizionare sia la diagnosi sia la gestione quotidiana dei disturbi. “Ad oggi, i medici identificano molteplici sintomi del Parkinson, che spaziano dalla rigidità muscolare, alla lentezza e al tremore a riposo, fino agli effetti sulla sfera psichica, le funzioni gastrointestinali, la pelle e l’olfatto”, spiega Paolo Calabresi, professore ordinario all’Università Cattolica e direttore della Neurologia al Policlinico Gemelli di Roma. Questa varietà di sintomi può risultare frustrante, ma offre anche l’opportunità di trovare la forza di reagire.

La campagna sostenuta da Zambon si avvale delle voci di noti attori italiani, Claudio Bisio e Lella Costa, che raccontano storie vere di pazienti che hanno escogitato modi creativi inediti e ingegnosi per ovviare agli inconvenienti legati alla malattia. Tra questi, Carla, che ha scoperto la passione per l’arrampicata sportiva; Paolo, che ha imparato a volare con un simulatore; Valentina, che è diventata mamma nonostante le sfide; e Massimiliano, che diffonde musica e idee nuove alla radio. Queste storie non solo evidenziano la molteplicità dei volti del Parkinson, ma anche la tenacia e la voglia di vivere che caratterizzano il vissuto dei protagonisti.

“Ancora oggi c’è molta confusione sul Parkinson e si pensa che le sue uniche conseguenze siano i tremori, i problemi di movimento e di equilibrio”, ha scritto Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia. “False convinzioni con cui io stesso mi sono scontrato quando, dopo la diagnosi, ho sperimentato le tante e diverse manifestazioni della malattia”. La campagna mira a sfatare questi miti e a mostrare che, nonostante le difficoltà, esiste un “minimo comune denominatore”: la voglia di reagire e perseguire i propri obiettivi di vita.

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Da sottolineare, in questo contesto, anche l’importanza del supporto rappresentato dal medico e della comunità. I sanitari sono chiamati a prodigarsi insieme ai pazienti per aiutare a trovare le strategie più adatte per gestire la complessa e mutevole sintomatologia. “È molto importante che i pazienti continuino a coltivare passioni e relazioni”, conclude il professor Calabresi. Il supporto sociale e la condivisione di esperienze positive possono essere fondamentali per affrontare le sfide quotidiane e migliorare la qualità della vita.

Ogni storia raccontata è un invito a guardare oltre il tremore, a riconoscere la complessità della malattia e a celebrare la forza e il coraggio di chi vive con il Parkinson. Con il giusto supporto e una mentalità positiva, questo il senso dell’iniziativa, è possibile continuare a vivere una vita piena e significativa.