Una illustre specialista di Harvard, la cui famiglia è chiaramente originaria dell’Italia, è stata eletta al vertice della più importante società scientifica americana. La presenza di medici tricolore di chiara fama al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (Asco 2018) è rilevante, visto l’interesse che c’è attorno alle ricerche sulla cura dei tumori. Si discute infatti degli studi presentati a Chicago da luminari del calibro di Paolo Ascierto (melanoma), Alberto Bardelli (biopsia liquida), Gianni Bisogno (oncologia pediatrica) e via di questo passo. Ma una delle affermazioni che più ha fatto scalpore in assoluto è quella di Monica M. Bertagnolli, oncologa americana, discendente da una famiglia di chiare origini italiane, che a Chicago è stata eletta presidente degli oncologi americani.
Nata nel Wyoming, 59 anni, residente a Boston, la Bertagnolli è uno dei nomi più autorevoli della ricerca sul cancro Made in Usa, e guida la divisione di chirurgia oncologica al Dana-Farber Cancer Center di Harvard, dove ha la cattedra di chirurgia oncologica. Due figli, discendente di emigrati piemontesi trapiantati nel Wyoming alla fine dell’Ottocento, la presidente eletta dagli oncologi americani incarna proprio il sogno americano.
Nata e cresciuta in una fattoria alle falde delle Windy River Mountains, Bertagnolli ha vissuto per anni a oltre 130 chilometri dal centro abitato più vicino, Rock Springs, una cittadina di 20 mila abitanti quasi priva di servizi sanitari importanti. “Quando era poco più che adolescente – ha raccontato lei stessa al mensile Harvard Medicine Magazine, notizia rilanciata sui media italiani da Walter Gatti, dell’agenzia di stampa Dire – al padre della Bertagnolli fu diagnosticato un tumore alla prostata, mentre la madre ebbe una rottura dell’aorta addominale. In entrambi i casi l’ospedale più vicino era a Casper (Wyoming) e in alternativa c’era Denver (Colorado), raggiungibili solo in aereo oppure con più di sette ore di tragitto in automobile.
L’esperienza di vita in quelle condizioni disagiate deve aver prodotto nella mente della giovane Bertagnolli una fortissima motivazione, spingendola a dedicarsi anima e corpo alla medicina e chirurgia, per promuovere il benessere anche nelle popolazioni rurali più sperdute, inserendo queste coorti, se possibile, nei trial clinici sperimentali.
Oggi la specialista del bisturi, tra le più celebri degli States, diviene presidente dell’Asco. Prenderà il posto di Bruce Johnson, presidente in carica, oncologo artefice dei programmi di “medicina di precisione” che sono il filo conduttore di Asco 2018. Una sottolineatura che ha anche una importante “sfumatura” personale: anch’egli oncologo ad Harvard, Johnson è uno specialista di grido che vive anche la condizione di paziente in trattamento, visto che ha superato con successo, e raccontato in prima persona, come si vive con una diagnosi di carcinoma prostatico.
Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale
Nella foto sotto il titolo: un’immagine del congresso Asco 2018 a Chicago
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