Lotta senza quartiere per arginare la pandemia da coronavirus. Tutti invocano un vaccino. Dal focolaio esploso nella città di Wuhan in Cina la piaga si sta diffondendo nei cinque continenti. Proprio per questo l’industria farmaceutica, sollecitata da più parti, ha ingaggiato una corsa contro il tempo al fine di arrivare alla formulazione di un vaccino efficace. Chi riuscirà a tagliare per primo il traguardo?
Preparazione. Dal quartier generale negli Stati Uniti, Johnson & Johnson ha annunciato oggi che la casa farmaceutica Janssen è già al lavoro su più fronti, e ha accelerato lo sviluppo di un vaccino contro il 2019-nCoV. Mette a frutto in questo senso l’esperienza e le tecnologie profuse nella ricerca del vaccino contro l’Ebola, già impiegato in Congo e Ruanda, analogamente a quanto intrapreso contro virus Zika, Hiv e virus respiratorio sinciziale (Vrs). Ha inoltre avviato una collaborazione per sottoporre a screening una vasta gamma di terapie antivirali, già autorizzate per altre malattie infettive, che potrebbero rivelarsi efficaci per aiutare i pazienti a sopravvivere all’infezione da coronavirus e a ridurre la gravità nei casi non letali.
Rivelazioni. Siamo di fronte a un’emergenza globale e un vaccino contro lo specifico coronavirus di Wuhan sarebbe provvidenziale, in grado di smorzare un’epidemia galoppante. Ne aveva parlato con lungimiranza, poco più di un anno fa ai nostri microfoni, Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia, divisione farmaceutica di J&J. Risale al 29 ottobre 2018 infatti la notizia che a Leiden, in Olanda, apriva i battenti un complesso industriale ultramoderno, concepito per mettere in produzione, secondo un modello esponenziale su vasta scala, vaccini contro le pandemie come quella di cui parliamo tanto in questi giorni.
Ricerca. La pipeline, cioè la catena che conduce dalla ricerca alla produzione, comprende un ampio ventaglio di vaccini sperimentali utili nella prevenzione di alcune tra le più temibili malattie infettive, e tra gli agenti eziologici, come dicevamo, possiamo citare l’HIV, il virus respiratorio sinciziale (VRS), l’influenza, Ebola, l’infezione da virus Zika e, per l’appunto, l’infezione da coronavirus. Gli stabilimenti europei impegnati nella ricerca possono contare su una tecnologia proprietaria registrata (AdVac) specifica per i vaccini a vettore virale, e su una piattaforma evoluta (PER.C6) capace di implementare molteplici tipi di vaccino con un’elevata efficienza anche in termini di economie di scala, contenimento dei costi, ottimizzazione dei tempi tecnici, standard qualitativi.
Alessandro Malpelo
QN IL GIORNO – ilResto delCarlino – LANAZIONE – Salus
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