Piano vaccini, il ministro Roberto Speranza presenterà in Parlamento il 2 dicembre il programma strategico per l’Italia mentre l’offerta di vaccini contro il Covid-19 in Europa si estende ulteriormente. Dopo l’annuncio di contratti di fornitura fissaati con AstraZeneca, Sanofi GSK, Janssen, BioNTech Pfizer e CureVac la presidente, Ursula von der Leyen, ha annunciato di avere siglato anche un sesto accordo, con la società farmaceutica americana Moderna, per conto di tutti gli Stati membri della Ue. Si tratta di un contratto preliminare, da perfezionare non appena saranno state dimostrate la sicurezza e l’efficacia del vaccino, che sarà sottomesso al parere preventivo dell’autorità regolatoria europea dei medicinali, Ema.
Questa strategia vaccinale articolata su più canali, mentre di pari passo si continuano a studiare protocolli con anticorpi neutralizzanti e antivirali, garantisce all’Europa la possibilità di organizzare, maniera ordinata e completa, una vaccinazione di massa contro il Sars-CoV2. Gli Stati membri potrebbero anche decidere di donare stock di vaccino ai popoli delle nazioni a reddito medio-basso più bisognosi, o di estendere le dotazioni ad altri paesi che, per qualunque motivo, ne siano rimasti gravemente sprovvisti. In Italia il gruppo di lavoro sul Piano vaccini è coordinato dall’infettivologo Gianni Rezza, direttore del Dipartimento prevenzione del ministero. L’Italia riceverà il 13,65% dei vaccini già opzionati in sede europea. L’acquisto sarà centralizzato e gestito dallo Stato, si parla di approvvigionamenti nell’ordine di milioni di siringhe, occorre organizzare la catena del freddo, individuare con criteri razionali i centri di vaccinazione nelle diverse regioni e formare il personale che materialmente somministrerà i vaccini.
Le autorità americane intanto hanno concesso l’autorizzazione d’emergenza per l’impiego del cocktail di anticorpi di Regeneron da somministrare nei sintomatici che hanno contratto il nuovo Coronavirus. Il farmaco sperimentale è il secondo di questo tipo approvato dalla Fda, Food and Drug Administration, dopo il via libera arrivato il 9 novembre al farmaco della Ely Lilly, bamlanivimab fiale. La terapia con cocktail di anticorpi neutralizzanti rivolti contro il nuovo Coronavirus è stata studiata per abbattere i livelli di carica virale circolante nel torrente circolatorio e nei tessuti dei pazienti trattati, e dimezza i casi in cui sono necessarie ulteriori terapie.
Da parte sua l’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ha richiesto i dati completi dello studio Solidarity sul Remdesivir per vedere se sono necessarie modifiche all’autorizzazione all’immissione in commercio dell’antivirale nell’Unione Europea, come conferma un aggiornamento dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Remdesivir, prodotto da Gilead e nato come farmaco contro l’Ebola, è stato tra i primi antivirali studiati in via sperimentale, per il trattamento dell’infezione da Sars-CoV-2, ed è stato il primo presidio contro il Covid-19 autorizzato nella Ue, nel luglio scorso, indicato per pazienti dai 12 anni in su con polmonite che necessita di ossigeno supplementare. L’autorizzazione è stata data sulla base dei risultati dello studio randomizzato controllato che, riferisce Ema, «ha dimostrato un miglioramento dei tempi di recupero, riducendo il tempo trascorso in ospedale o in trattamento», oltre a una buona tollerabilità.
Alessandro Malpelo
QN Quotidiano Nazionale
Salute Benessere
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