Cataratta, glaucoma, occhio secco e retinopatia sono affezioni particolarmente diffuse nella popolazione adulta, ancora di più nell’anziano. In Italia, la salute degli occhi sta attraversando una crisi sistemica, le problematiche affrontate in oftalmologia all’interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) sono divenute sempre più impegnative, oltre 6 milioni di italiani secondo le stime soffrono di patologie oculari, con un terzo di questi che sperimenta un calo della vista così severo da essere considerati invalidante. Purtroppo, la realtà è che molti pazienti sono costretti ad affrontare tempi di attesa che si prolungano per mesi, se non anni, prima di poter accedere a una prima visita oculistica o a interventi chirurgici essenziali, come quelli per il cristallino.
Questa situazione si manifesta in modo disomogeneo su tutto il territorio nazionale, e i motivi di tale disagio sono molteplici e complessi. Tra le cause principali, è importante sottolineare che le cure oculistiche sono spesso considerate “elettive”, non salvavita, e ciò ha portato a una scarsità di attenzione da parte delle istituzioni. Nel contesto di una spesa sanitaria ridotta al lumicino, l’oftalmologia si trova a dover fare i conti con un finanziamento che si attesta intorno all’1% della spesa sanitaria totale.
Le ripercussioni di tale congiuntura si manifestano nelle liste d’attesa che si allungano, nel ricorso a terapie obsolete rispetto alle novità farmacologiche disponibili sul mercato. A tutto ciò si aggiunge il continuo ritocco al ribasso delle tariffe di rimborso per le prestazioni sanitarie, un atteggiamento che sancisce un ulteriore allungamento dei tempi di attesa e penalizza sia i pazienti che i medici.
In questo contesto è stata presentata a Roma la Carta della Salute dell’Occhio, un documento pionieristico fortemente voluto dall’APMO (Associazione Pazienti Malattie Oculari) nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “La salute dei tuoi occhi non perderla di vista”. Il progetto è realizzato in collaborazione con altre importanti associazioni e società scientifiche, nonché con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Intergruppo parlamentare per la prevenzione e la cura delle malattie oculari.
La Carta è scaturita da un intenso confronto tra pazienti, clinici ed esperti del settore, il testo evidenzia i progressi conseguiti negli anni, ma si fa anche portavoce delle gravi criticità che continuano a vanificare l’efficacia degli interventi terapeutici e dei percorsi di cura esistenti. Oltre a diffondere utili informazioni, lo scopo è anche quello di stimolare un dialogo con i decisori. Emergono, infatti, istanze chiare per il miglioramento dell’accesso ai servizi di oftalmologia, il potenziamento della prevenzione delle malattie e la garanzia di un accesso equo alle migliori pratiche di diagnosi e cura.
Francesco Bandello, presidente APMO, Direttore della Clinica Oculistica dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha spiegato che la campagna mira a far comprendere l’importanza della vista e l’impatto significativo che le malattie oculari hanno sull’esistenza di milioni di individui.
>> Link all’intervista al professor Bandello <<
La vista rappresenta il senso più importante attraverso il quale vengono veicolate le interazioni con il mondo esterno. Man mano che la popolazione invecchia, è probabile che la richiesta di servizi di diagnosi e trattamento oculistico cresca ulteriormente, rendendo indispensabili interventi tempestivi e adeguati. La Carta della Salute dell’Occhio affronta con dovizia di particolari le principali patologie oculari, tra cui le retinopatie e le maculopatie. Queste due categorie di malattie rappresentano una delle principali cause di cecità. Dunque, parlando di malattie dell’occhio, qual è il loro impatto sulla vita e sui costi, quali benefici e vantaggi si possono ottenere con le cure e l’importanza della prevenzione e di regolari controlli della vista? Ogni capitolo della Carta si chiude con una sezione rivolta ai decisori politici per orientarli verso scelte lungimiranti, riportando numeri ed evidenze scientifiche.
La vista favorisce molte attività della vita quotidiana ad ogni età: consente migliori risultati scolastici e aumenta la produttività, riduce le disuguaglianze sociali; viceversa, perdere la vista comporta la riduzione del benessere psico-fisico, aumenta l’isolamento sociale e aggrava il rischio di demenza, aumentando la necessità di assistenza per evitare incidenti. La Carta passa in rassegna le principali e più severe patologie oculari (retinopatie e maculopatie, cataratta, occhio secco, glaucoma e miopia), con dovizia di numeri e aggiornamenti su epidemiologia, prevenzione, fattori di rischio, diagnosi, trattamenti e novità dalla ricerca. La finalità è quella di offrire al cittadino e al decisore politico nazionale e regionale, una visione d’insieme sui vari temi e stimolare un dialogo costruttivo con le Istituzioni.
Nel primo capitolo, incentrato sulle maculopatie e retinopatie, si descrive un gruppo eterogeneo di malattie che colpiscono la retina. Questo gruppo comprende le due patologie più rilevanti per prevalenza e severità delle complicanze: la retinopatia diabetica (RD) e la degenerazione maculare legata all’età (DMLE). In Europa circa 64 milioni di persone, il 7% della popolazione, soffrono di diabete; in Italia sono oltre 4 milioni i diabetici. Secondo stime dell’OMS il numero di pazienti affetti da retinopatia diabetica in Europa aumenterà da 6,4 milioni nel 2019 a 8,6 milioni nel 2050, con il 30% di questi pazienti che richiederà attento monitoraggio e/o trattamento. La RD è la più grave complicanza associata al diabete, un’alterazione della retina dovuta all’accumulo di zuccheri nel sangue che a lungo andare produce i suoi effetti negativi. Due le forme di RD: retinopatia ischemico-proliferativa e retinopatia edematosa, entrambe se non adeguatamente trattate portano a cecità.
La degenerazione maculare legata all’età coinvolge la macula, l’area centrale della retina, quella che ci permette di vedere chiaramente i colori e i dettagli. È la principale causa di cecità nei Paesi industrializzati e la terza nel mondo. I soggetti con DMLE con più di 75 anni di età sono oltre il 30%, in Italia attualmente sono più di 800.000 le persone affette da qualche forma di DMLE. La gestione delle retinopatie e delle maculopatie è radicalmente cambiata grazie all’arrivo dei farmaci intra-vitreali (anti-VEGF) che contrastano i processi pro-infiammatori e inducono il riassorbimento di liquidi. Purtroppo, l’accesso ai percorsi terapeutico-assistenziali di questi pazienti non è del tutto soddisfacente: i farmaci intra-vitreali sono molto costosi e le strutture sanitarie, sempre per problemi collegati ai rimborsi, tendono a raccomandare agli oculisti l’impiego di farmaci off label. Indubbiamente, con l’ingresso degli anti-VEGF gli oculisti hanno dovuto fare i conti con la cronicità che ha portato con sé la necessità di dover fronteggiare nuovi bisogni di cura. Favorire l’accesso a percorsi di diagnosi e cura specifici e la contrazione dei tempi d’attesa, sono le principali istanze presentate alle Istituzioni.
Nel secondo capitolo della Carta si affronta la spinosa questione della cataratta, malattia dovuta ad una opacizzazione del cristallino, la lente che aiuta a mettere a fuoco le immagini sulla retina, con conseguente visione sfocata e offuscata. Si stima che il 60-70% delle persone sopra i 70 anni abbia una qualche forma di cataratta, percentuale che supera l’80% negli ultraottantenni. L’incidenza della patologia è in aumento e riflette l’invecchiamento della popolazione. Ogni anno in Italia sono eseguiti più di 650.000 interventi chirurgici, uno dei numeri più alti in Europa, ed entro il 2030 il numero potrebbe avvicinarsi al milione. La diagnosi precoce è fondamentale e l’intelligenza artificiale potrebbe rivoluzionare il modo in cui viene effettuato lo screening. L’intervento di cataratta è tra le procedure chirurgiche più sicure e frequenti in tutto il mondo e quella con il miglior costo-efficacia.
«I costi di un intervento di cataratta, secondo una stima approssimativa si aggirano tra i 2.000 e i 3.000 euro. Eppure, attualmente la tariffa che il SSN rimborsa all’azienda sanitaria per un intervento di cataratta è di appena 900 euro. Nel prezziario dei LEA aggiornati e di prossima applicazione, la quota fissata era di 800 euro – afferma Alessandra Balestrazzi, Presidente AIMO – Associazione Italiana Medici Oculisti, Responsabile Servizio Cornea UOC Oculistica ASL Roma 2 – le conseguenze derivate da queste scelte, consistono nella necessità di ridurre drasticamente il numero di interventi di cataratta eseguiti in un anno dall’azienda ospedaliera in regime di Servizio Sanitario Nazionale e nell’allungamento infinito delle liste d’attesa. Tutto ciò comporta che i pazienti nei quali la cataratta mette a rischio la visione, debbano necessariamente rivolgersi a strutture private, se hanno la possibilità economica di pagare di tasca propria l’intervento. Naturalmente un intervento di cataratta nel privato ha costi molto elevati, non accessibili alla maggioranza dei pazienti che, costretti a lunghi tempi di attesa, assistono impotenti al peggioramento della vista e della loro qualità di vita. Nella Carta della salute dell’occhio si suggerisce al decisore politico la revisione delle tariffe di rimborso per le prestazioni ambulatoriali e l’incremento delle coperture economiche destinate alla chirurgia della cataratta, al fine di potenziare l’erogazione degli interventi da parte degli ospedali pubblici, ridurre i tempi d’attesa e coprire i costi delle procedure, delle strumentazioni e delle tecnologie più innovative».
La Carta si focalizza poi sulla malattia dell’occhio secco, il disturbo più frequente della superficie oculare, definita malattia multifattoriale in cui prevale l’alterazione del film lacrimale accompagnata da infiammazione. Colpisce dal 15 al 50% della popolazione adulta. Fattore predisponente l’età, fattori di rischio il sesso femminile e gli squilibri ormonali, oltre all’utilizzo di alcune categorie di farmaci. La diagnosi si avvale di esami di primo e secondo livello, mentre le terapie prevedono sostituti lacrimali per uso cronico e diverse tipologie di colliri. La malattia dell’occhio secco, se di grado severo, impatta seriamente sulla qualità della vita.
«Per l’occhio secco – prosegue la presidente AIMO – sarebbe importante istituire screening di prevenzione sulla popolazione degli studenti scolastici che fanno uso intensivo di schermi e introdurre percorsi di prevenzione per i pazienti oncologici, che spesso sono soggetti a problematiche della superficie oculare dovute all’effetto tossico della chemioterapia».
Altro capitolo della Carta è dedicato al glaucoma, la cui prevalenza in Europa è stimata attorno al 2%, con circa 72 milioni di pazienti destinati a raddoppiare nel 2040, è causato nella maggior parte dei casi da un aumento della pressione intraoculare.
È per definizione il “ladro silenzioso” della vista, in quanto la malattia è del tutto asintomatica. Lo schiacciamento del nervo ottico provoca una lenta riduzione del campo visivo e, se non curato, porta alla cecità completa. Necessario effettuare visite oculistiche annuali per prevenire o cogliere all’esordio questa patologia, che viene diagnosticata misurando semplicemente la pressione oculare. Quando i colliri non riescono a tenere sotto controllo la pressione si può ricorrere all’intervento chirurgico.
Nel quinto e ultimo capitolo della Carta si trattano i difetti refrattivi, caratterizzati da una difficoltà nella messa a fuoco. Tra questi anche la miopia: i miopi sono in costante aumento, raddoppiati negli ultimi vent’anni, raddoppieranno ancora nei prossimi 20. La prevenzione è fortemente raccomandata sin dall’età pediatrica: se la visita oculistica evidenzia una miopia nel bambino, questa va attenzionata subito, perché correggere questo difetto visivo serve a non farlo progredire. Gli oculisti consigliano attività all’aria aperta almeno per 2 ore al giorno e una drastica riduzione dell’uso di device elettronici, e poi vale la regola del 20-20-2: 20 minuti di impegno visivo da vicino, 20 secondi in cui si guarda lontano, 2 ore all’aperto.
«La prevenzione è fondamentale per cogliere all’esordio i sintomi di un glaucoma; purtroppo i pazienti ancora oggi seguono la cosiddetta “medicina di sintomo”, recandosi a un controllo dallo specialista solo quando si manifesta un problema. Niente di più errato – afferma Teresio Avitabile, Presidente SISO, Direttore Clinica Oculistica Università di Catania – esiste un timer specifico che riporta scadenze e date in cui effettuare le prime visite oculistiche. Lo screening per il glaucoma è semplice: basta misurare la pressione endoculare attraverso una semplice manovra che richiede pochi secondi. Stessa raccomandazione vale per i difetti refrattivi, come la miopia. I controlli della vista vanno programmati sin dalla prima infanzia per proseguire da adulti. Tra le istanze che abbiamo suggerito alla politica, quella di rendere rimborsabili i nuovi dispositivi miniaturizzati per il glaucoma, mentre per i difetti della vista andrebbero promossi programmi di prevenzione circa lo stile di vita corretto e screening per gli studenti scolastici». La Carta, supportata dall’Istituto Superiore di Sanità che ha dato al progetto il suo patrocinio, interviene sui tre ambiti che, ai sensi della legge 833 del 1978, sono alla base del SSN: promozione, mantenimento e recupero della salute. Nel documento viene enfatizzata non solo la prevenzione, ma anche la ricerca, con i progressi già raggiunti e altri all’orizzonte, e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che ha già dato notevoli risultati in particolare nella diagnostica.
«Sotto il profilo dell’etica, è cruciale l’importanza della prevenzione in ogni ambito clinico e più ancora in oculistica – sottolinea Carlo Maria Petrini, Direttore Unità di Bioetica ISS, Presidente Centro di Coordinamento Nazionale dei Comitati Etici, Presidente Comitato Etico Nazionale Enti Pubblici di Ricerca e altri Enti Pubblici nazionali, Componente Comitato Nazionale per la Bioetica – infatti, la salute dell’occhio ha un impatto determinante per la qualità di vita delle persone e specialmente per l’autonomia di ciascuno. Nella prospettiva dell’etica, è molto rilevante anche la sinergia che la Carta propone tra i vari attori del sistema e, infatti, il documento è promosso, tramite un’Associazione (APMO), dai pazienti, che devono sempre essere al centro del sistema, ma coinvolge anche il personale medico-sanitario e i decisori. La collaborazione tra tutte le componenti del sistema è indispensabile per l’efficacia degli interventi. La Carta ha dunque un ruolo e un valore particolare nel promuovere la salute degli occhi, che deve rappresentare una priorità all’interno dell’agenda sanitaria e certamente contribuirà in questa direzione».
Link alle videointerviste
- >> Carta della Salute dell’Occhio, il documento <<
- >> Francesco Bandello, APMO <<
- >> Alessandra Balestrazzi, AIMO <<
- >> Teresio Avitabile, SISO <<
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