Quali valori lasciamo in eredità alle giovani generazioni, venute al mondo nell’epoca della globalizzazione? I vantaggi del benessere impongono un prezzo agli adolescenti, sempre più spesso alle prese con la sedentarietà, l’anaffettività, i disturbi del comportamento alimentare che sfociano nel sovrappeso, senza trascurare l’insidia delle microplastiche e degli interferenti endocrini che si insinuano nei prodotti commestibili. Assistiamo a straordinari progressi nella tecnologia e nelle scienze biomediche, ma occorre favorire al tempo stesso un buon grado di vivibilità, specialmente nelle grandi città.

È sulla base di queste premesse che Andrea Lenzi, Presidente dell’Health City Institute (HCI), è stato nominato Portavoce della Rete delle Cattedre Unesco Italiane (ReCUI) per il triennio 2025-2027, notizia diramata dall’Ufficio stampa HealthCom Consulting. L’elezione, avvenuta nei giorni scorsi a Roma, in occasione del congresso annuale del sodalizio, celebrato alla presenza del Ministro per l’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini, segna un momento cruciale non solo per la carriera dello studioso, che è professore emerito di endocrinologia, ma anche per il futuro della ricerca accademica e della cooperazione internazionale che vede l’Italia, e il bacino del Mediterraneo, un naturale crocevia di civiltà.

La Rete delle Cattedre Unesco, si legge nel comunicato HCC, è un network attivo dal 1992 che comprende oltre mille istituzioni accademiche distribuite in 125 nazioni. L’intento dichiarato è quello di promuovere un dialogo fattivo tra università e centri di ricerca su temi di rilevanza globale, come l’istruzione, la cultura, la sostenibilità e la salute. Grazie a un approccio multidisciplinare si intende favorire la condivisione di conoscenze, lo sviluppo di progetti innovativi e la formazione di una nuova generazione di talenti capaci di affrontare le sfide del nostro tempo.

Nella duplice veste di Presidente HCI e Direttore della Unesco Chair “Urban Health Through Education and Research for Improved Health and Well-being in the Cities” presso l’Università di Roma La Sapienza, Andrea Lenzi ha messo insieme uno straordinario bagaglio di esperienze e competenze. L’Health City Institute è un’organizzazione dedita a promuovere la salute nelle città attraverso l’educazione. In uno scenario urbano in continua evoluzione, la mission di HCI punta a garantire che le politiche di salute pubblica siano informate da evidenze scientifiche e che rispondano alle esigenze delle popolazioni.

Con l’elezione di Lenzi, la Rete delle Cattedre Unesco Italiane è chiamata a rinnovare il proprio impegno verso l’educazione di qualità, l’innovazione scientifica e la tutela del patrimonio culturale e naturale. L’esperienza nel campo delle biotecnologie e delle scienze della vita, affiancata dalla sua posizione come Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresenta un valore aggiunto in un momento in cui la salute globale è sotto i riflettori, e si percepisce una aspirazione collettiva a prefigurare un futuro sostenibile e solidale, capace di dare risposte innovative a problemi complessi.

«Sono onorato del compito conferitomi – ha scritto il Professor Lenzi – un ruolo che svolgerò con il massimo impegno nel solco di quanto Patrizio Bianchi, con merito e con passione, ha plasmato in questi anni di intenso lavoro. È sempre più urgente rafforzare il ruolo della multilateralità e della cooperazione internazionale, cui le Cattedre UNESCO nel mondo contribuiscono per un futuro dell’educazione che possa essere sempre più al servizio della pace».

In un mondo sempre più interconnesso, la necessità di scambiare idee e buone pratiche diventa cruciale, e la Rete si propone come catalizzatore di questa trasformazione. Le città rappresentano un importante motore di progresso, ma allo stesso tempo possono contribuire a creare disparità, influenzando vari aspetti della vita quotidiana. Fattori come l’inquinamento e la dispersione dei rifiuti, poi, possono aumentare i rischi per la salute nella collettività. È quindi fondamentale identificare interventi che possano preservare la salubrità ambientale. L’Italia ha l’opportunità di svolgere un ruolo da leader nello studio di queste questioni, promuovendo la cooperazione tra istituzioni, autorità locali, università e specialisti. Questo approccio integrato è essenziale per evitare soluzioni frammentate, e garantire un miglioramento complessivo dell’igiene e della salubrità nel contesto civile.