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Firenze, 28 dicembre 2012 – Articolo pubblicato su “La Nazione”, 28 dicembre 2012.
La vera eredità di Rosanna Bettarini
E’ un tesoro di grande filologia
Verrà ricordata per i suoi acutissimi studi, non solo per il ‘Viareggio’
La notizia della scomparsa di Rosanna Bettarini sconcerta e addolora. C’è il rischio che il suo ricordo, soprattutto presso il grande pubblico, resti invischiato e compromesso nel gioco delle polemiche giornalistiche.
Due, singolarmente protratte e analogamente legate alla cronaca con i suoi piccoli eventi ed i suoi riti: quella relativa alla dubitata autenticità del Diario postumo montaliano, nell’estate del 1997, e quella più recente, incentrata sul Premio Viareggio-Rèpaci da lei per vari anni presieduto. Ma la Bettarini, ben al di là di queste emergenze del quotidiano, è stata e resta una presenza di assoluto rilievo nel quadro della letteratura italiana.
Filologa di vaglia, allieva prediletta di Gianfranco Contini e docente di Filologia italiana dell’Ateneo fiorentino, Accademica della Crusca e dei Lincei, direttrice di autorevoli riviste del settore, Rosanna Bettarini aveva ritagliato nel medioevo e nelle epoche antiche i campi elettivi della sua ricerca: da Jacopone da Todi a Dante da Maiano, dal Vasari a quel Petrarca di cui aveva fornito nel 2005 una nuova edizione minutamente e mirabilmente commentata del Canzoniere. Titoli classici, cui avevano fatto riscontro però, mentore ancora una volta Contini con le sue frequentazioni novecentesche, la monumentale edizione critica delle poesie di Montale (allestita con il suo Maestro), la pubblicazione delle Lettere a Clizia e un’ampia serie di studi monografici poi confluiti in un volume pubblicato da Le Lettere.
Donna intelligentissima e abituata a far parte per se stessa, molto elegante e raffinata e nel contempo popolarmente semplice e molto simpatica, nella conversazione con gli amici la Bettarini, restando persona di gran fascino, si discostava del tutto dall’intellettualismo prezioso di marca continiana che connotava la sua scrittura, anche nei suoi articoli recensori o di carattere più divulgativo (penso alle sue collaborazioni al “Sole-24 Ore”). E una qualità che di lei si dovrebbe conoscere ed apprezzare era la sua sostanziale, profonda impermeabilità ad ogni scontro o cruccio letterario che le potesse capitare. Tanto da far venire in mente, valido anche per lei, quello che Alfonso Gatto diceva della propria poesia: che non avrebbe mai smesso di considerarla meno importante della propria vita. Ma è con la sua opera che Rosanna Bettarini resterà ancora con noi.
Marco Marchi
Il fuoco e il buio
Qualche volta la polvere da sparo
non prende fuoco per umidità,
altre volte s’accende senza il fiammifero
o l’acciarino.
Basterebbe il tascabile briquet
se ci fosse una goccia di benzina.
E infine non occorre fuoco affatto,
anzi un buon sottozero tiene a freno
la tediosa bisava, l’Ispirazione.
Non era troppo arzilla giorni fa
ma incerottava bene le sue rughe.
Ora pare nascosta tra le pieghe
della tenda e ha vergogna di se stessa.
Troppe volte ha mentito, ora può scendere
sulla pagina il buio il vuoto il niente.
Di questo puoi fidarti amico scriba.
Puoi credere nel buio quando la luce mente.
Eugenio Montale
(1975)
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