Voci da Gerusalemme: dolore per i fratelli Bibas ma basta guerra
Gerusalemme, 21 feb. (askanews) - "Probabilmente è uno dei giorni più tristi che Israele abbia conosciuto, uno dei giorni più tristi che io ricordi. Provo rabbia verso Hamas e frustrazione verso il nostro governo che non li ha riportati a casa". Così Elisheva Flamm Oren, da Gerusalemme, riassume il sentimento che unisce Israele dopo il ritorno in patria dei corpi dei due fratelli Bibas, 9 mesi e 4 anni, rapiti il 7 ottobre e uccisi secondo Hamas dalle bombe israeliane, secondo Israele dai miliziani palestinesi.
Un rientro segnato da un'altra notizia angosciante per la famiglia: il corpo di donna restituito non è quello della madre Shiri Bibas. Un errore durante il recupero dei corpi dalle macerie secondo Hamas.
"È devastante, davvero. È così doloroso per la famiglia. Non hanno messo la parola fine. Chissà cosa è successo a questa povera giovane donna. È molto, molto angosciante", dice Hannah Yaffe, attivista per la pace. Ma aggiunge: "Non credo certo che la reazione appropriata sia quella di fermare il cessate il fuoco - come già minacciato dal governo - Con qualsiasi scusa, vorranno porre fine al cessate il fuoco e bombardare di nuovo Gaza. Non sono assolutamente d'accordo. Sono morte abbastanza persone e abbastanza bambini innocenti, sia in Israele che a Gaza"
Concorda David Shemer, musicista. "Ci sono voci che parlano di distruggere totalmente Gaza e tutto il resto. Per me non è solo inappropriato, è immorale, è impossibile. Non dobbiamo farlo. E questa è stata la mia posizione per molto tempo. La vendetta è un impulso molto umano, ma è inutile".