Venerdì 2 Agosto 2024

Spazi da non perdere, a La Spezia incursioni sul territorio

Roma, 31 lug. (askanews) - "Comunità significa prendersi cura di qualcosa che riguarda tutti, farsene carico, preoccuparsi e impegnarsi con tempo, risorse ed energie" spiega Florentina Stefanidhi, presidente di Mondo Aperto, cooperativa sociale capofila del progetto Comunità Educante Umberto I(per gli amici "Umbertiamo"). Con questa idea sono nati i cinque appuntamenti alla scoperta del quartiere umbertino de La Spezia, che hanno coinvolto bambini tra i 6 e gli 11 anni e le loro famiglie in vere e proprie "incursioni" sul territorio, per scoprire un aspetto storico/artistico del quartiere attraverso storie divertenti. Il progetto, selezionato da Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è dedicato, come si evince dal nome, al quartiere umbertino de La Spezia, uno di quelli più multiculturali e vivaci ma al tempo stesso più "difficili" della città. L'Umbertino infatti è spesso teatro di episodi di ordine pubblico o di microcriminalità ma, al tempo stesso, il quartiere e la sua piazza di riferimento sono frequentate da moltissimi giovani e bambini che trovano nella piazza antistante la Chiesa di Nostra Signora della Salute un luogo di gioco e socializzazione. Proprio per questo il focus del progetto, che vede come ente capofila la cooperativa sociale Mondo Aperto, è la riqualificazione sociale, che si può attuare solo grazie alla ricchezza del capitale sociale che popola il quartiere e alla sua rivitalizzazione: scuole, associazioni etniche, sportive e culturali, parrocchie, luoghi di interesse storico, commercianti, singoli cittadini. Insieme alle educatrici della cooperativa Zoe, partner del progetto, il gruppo di bambini e famiglie parte da piazza Brin per esplorare il quartiere, conoscerlo attraverso le sue storie e i suoi colori, e conclude l'appuntamento con laboratori pratici, creativi, artistici per consolidare nei bambini le conoscenze apprese in maniera attiva e coinvolgente. Un modo per dimostrare che la ricchezza multiculturale del quartiere può creare nuovi spazi di convivenza come base per una nuova comunità.