Cernobbio, 29 gen. (askanews) - Per garantire un servizio sanitario sempre più efficiente, accessibile e orientato al paziente occorre sfruttare al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie e adottare pratiche all'avanguardia. Una sfida che non è solo di natura tecnica ma è anche, e forse soprattutto, culturale. Di come cercare soluzioni a partire dalla sostenibilità, trovare fondi anche attraverso la compartecipazione del settore privato e gestire in maniera più efficiente le liste d'attesa, si parlerà l'8 e 9 febbraio a Villa Erba a Cernobbio alla due giorni Winter School 2024 organizzata da Motore Sanità. Una conferenza dal titolo "L'innovazione cambia il futuro". Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, spiega il perché dell'iniziativa: "L'obiettivo di questo evento - spiega Zanon - è di chiarire quelli che sono i reali problemi del Servizio Sanitario Nazionale senza urlare allo sfascio, perché questo non è vero. E cercare anche soluzioni che possono essere condivise e aiutate dall'innovazione tecnologica, dall'innovazione biologica ma anche soprattutto dall'innovazione organizzativa". Le liste d'attesa sono un problema nazionale. Esistono Regioni italiane che hanno adottato buone pratiche a cui ispirarsi? "Il modello toscano dell'Open access - prosegue Zanon - ha dimostrato che si possono diminuire le liste d'attesa. E' chiaro che è una questione di finanziamento e di personale. Ma la questione è anche culturale e organizzativa. Da sempre la medicina del territorio è stata individuata come di serie B dagli ospedali e all'interno degli ospedali l'attività ambulatoriale come serie B del reparto. No, è l'attività ambulatoriale che permette di superare le liste d'attesa. Quindi bisogna riorganizzarsi anche all'interno dell'ospedale, oltre che sul territorio, per andare incontro alle necessità dei cittadini". Per Mariella Enoc, procuratore speciale ospedale Valduce di Como, occorre fermarsi e riflettere sul tema della cura e della salute per uscire dalla logica dell'emergenza e innovare soprattutto il modo di pensare. "Abbiamo un unico compito: dare benessere alle persone. Questo è il nostro compito. Con l'intelligenza di vedere che cosa ci sta portando il futuro: l'innovazione, i nuovi metodi che possiamo usare ma anche sentendo le domande che ci vengono. Penso per esempio alle domande degli anziani alle quali noi continuiamo a dare risposte molto affrettate. In realtà i nostri Pronto soccorsi sono pieni all'80% di persone anziane che non trovano soluzioni sul territorio". Va difeso, prima di tutto, il sistema sanitario nazionale basato sul modello solidale. "Pensare a quante persone non si possono curare, a quante persone non possono accedere a una dialisi, non possono accedere a interventi importanti perché non hanno le risorse fa male al cuore - osserva Enoc - Ora noi siamo riusciti a creare un sistema che sta ancora funzionando". Il Ssn "ha bisogno di alcune revisioni, ha 45 anni e dopo 45 anni va revisionato perché è cambiato il contesto ma non è cambiato il principio. Il principio lo dobbiamo salvare, dobbiamo cambiare alcune modalità". Come va regolato il rapporto con i privati? "Dando ai privati le risorse perché possano agire al meglio ma chiedendo loro di fare quello che è necessario - replica Enoc - Il privato fa sempre quello che rende di più. Se invece noi siamo capaci di mixare questo sistema facendo in modo che ci sia la sostenibilità del privato... La Sanità non può essere vista come un eccessivo business, questo crea qualche pericolo. Quindi mettere anche delle regole, dei paletti e chi investe in Sanità sa che la sua redditività può arrivare a tanto. Anche questo è un modello al quale noi dobbiamo arrivare. Poi naturalmente non dobbiamo pagare poco, perché poi il privato non riesce a pagare il medico, fa le cose male, non investe. C'è un rapporto che va secondo me ricostruito in una reciprocità anche di fiducia".
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