Pupi Avati: il cinema soffre, serve ministero o agenzia alla francese
Roma, 26 feb. (askanews) - "Io ho fatto una proposta, perché mi sembra che tutta la filiera del cinema sia in difficoltà, adesso i miei colleghi hanno, e io l'ho sottoscritta, questa problematica delle sale cinematografiche che vengono chiuse, un problema che riguarda tutta Italia, non solo a Roma. E la chiusura delle sale è una porzione della filiera, non è solo questo. Purtroppo sono in difficoltà anche le produzioni, le distribuzioni, quindi questo è un problema da risolversi attraverso o un ministero o come propone il Pd, un'agenzia che assomigli molto a quella francese".
Così il regista Pupi Avati durante l'intervista per il suo prossimo film, "L'orto americano", in uscita nelle sale il 6 marzo, ha risposto a una domanda sulla sua proposta di un Ministero per il Cinema che nei giorni scorsi anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva definito "interessante" e da "valutare con gli alleati di governo".
"Perché i francesi non hanno mai avuto problemi col cinema? - ha proseguito Pupi Avati - hanno avuto crisi economiche di vario genere ma il cinema mai, al cinema la gente è continuata sempre ad andare e non hanno mai chiuso le sale, perché? Perché noi non assumiamo le cose che funzionano, lo copieremo, pazienza, non saremo originali, pazienza, tuttavia abbiamo uno strumento che funziona. In Italia il cinema è concepito così, dove, l'ho già detto più volte, il Ministero dei Beni Culturali si deve occupare degli Uffizi e di Netflix, che sono due cose che non vanno tanto assieme, e questo è un problema".