Roma, 22 mag. (askanews) - L'Italia potrebbe avere una produttività più alta della Germania se il rapporto dimensionale tra piccole e grandi realtà fosse lo stesso tra i due paesi. Siamo il Paese con la popolazione di imprese più numerosa e più frammentata d'Europa e con un tessuto economico costituito per il 95% da micro imprese e per il 4% da Pmi, spesso focalizzate solo sul prodotto, rimaste al secolo scorso da un punto di vista strategico, culturale e organizzativo. Imprese quasi sempre a conduzione familiare, dove di frequente manca sia cultura manageriale e strategica, sia attenzione alla digitalizzazione e all'informatizzazione, e dove raramente si guarda all'innovazione. E' quanto emerge da una indagine condotta sulle imprese italiane da Mama Industry, società di consulenza aziendale. Fabrizio Mecozzi, cofondatore: "Abbiamo deciso di lasciare i grandi ma spostare gli strumenti utilizzati dai grandi e con i grandi verso il mondo delle Pmi con l'obiettivo di renderle più produttive". Mama Industry lancia dunque il progetto Consulente Paziente. Una Community con l'obiettivo di democratizzare la consulenza e i servizi a valore aggiunto per le piccole realtà, mettendo loro a disposizione gli stessi strumenti, le metodologie e le medesime opportunità che hanno i "big", agevolandone così la produttività mediante un approccio a basso costo economico, emotivo e di effort, dell'imprenditore reticente e diffidente al cambiamento. Marco Travaglini, cofondatore: "Attraverso un progetto di ricerca e sviluppo con Università di Verona, Università di Bologna e con Gran Sasso Science Institute dell'Aquila, abbiamo individuato la figura chiave del consulente tipo che serve oggi per fare il primo passo verso l'innovazione".
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