Rafah, 20 feb. (askanews) - "Ogni giorno ci sono minacce e dichiarazioni. Non sappiamo dove andare". A parlare è Nihal Obeid, una del milione e mezzo di palestinesi sfollati che vivono a Rafah. Lei arriva da Jabalia. "Fino a quando rimarremo in questa situazione? Basta. Siamo esausti. Fino a quando vivremo nella paura? Continuiamo a spostarci da un posto all'altro per i nostri figli. Siamo indifferenti se viviamo o moriamo noi, ma vogliamo offrire una vita bella ai nostri figli". Qui, al confine con l'Egitto, principale punto di ingresso degli aiuti per i palestinesi, si vive nel terrore di una invasione di terra dell'esercito israeliano, di una nuova fuga. "Abbiamo paura. Tutti gli sfollati hanno paura, e anche la gente di Rafah, perché loro le forze israeliane non hanno pietà - dice Adel Abu Ajwa, che arriva da Gaza City - I bambini vengono uccisi. Tutte le vittime sono bambini e civili. Dicono Vogliono eliminare Hamas, ma mentono. Prendono di mira i civili e la maggior parte di coloro che sono stati uccisi erano bambini e donne." Wissam Lafi invece vive da sempre a Rafah. "Speriamo che le minacce siano solo pressioni e che non entrino a Rafah per evitare una catastrofe umanitaria. Speriamo che raggiungano una soluzione e che ci sia un cessate il fuoco".
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