La via italiana al Pop: Triennale Milano riscopre Elio Fiorucci
Milano, 6 nov. (askanews) - Una presenza costante nella creatività contemporanea, ma intorno alla quale per lunghi decenni c'è stato molto silenzio, c'è stata una sorta di amnesia. La Triennale di Milano celebra Elio Fiorucci, protagonista del costume, della cultura, della moda e della società, con una grande mostra che ripercorre la sua vita, le sue visioni e le sue amicizie. "In un certo senso - ha detto ad askanews Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano - è un personaggio imprendibile che è insieme eccentrico, eclettico ma capace di diventare una sorta di punto di una rete di percorsi e di traiettorie di vita che ha visto i protagonisti della moda, i protagonisti del design, i protagonisti della cultura visiva, i protagonisti del mondo della musica più interessante e spregiudicata, i protagonisti della cultura giovanile internazionale attorno a lui e con lui in luoghi diversi del mondo a creare visioni, oggetti, memorie, abiti, immagini. È stata una figura unica io credo da questo punto di vista".
La mostra, curata da Judith Clark, prende la forma di un mondo tutto "alla Fiorucci": a volte sembra un'irriverente atelier di moda alternativa, a volte una galleria d'arte contemporanea, quasi sempre un intreccio di creatività che vuole aprire le porte a un pubblico il più vasto possibile portando intuizioni colte, ma racontate in modo leggero, all'interno del grande mondo della cultura popolare. In qualche modo Fiorucci potrebbe avere rappresentato la vera via italiana alla Pop Art, traducendo in abiti o idee i progetti di Keith Haring o Andy Warhol, o degli innovatori della scena musicale urbana. E l'esposizione si cala alla perfezione anche nel modo in cui Triennale pensa se stessa.
"Triennale - ha aggiunto Boeri - è il luogo dove i linguaggi dell'arte si esprimono in maniera molto libera e senza confini. Quindi abbiamo il design, abbiamo l'urbanistica, abbiamo la grafica, abbiamo la moda, la letteratura, la televisione, il cinema, la fotografia, ma è difficile trovare personalità come Elio Fiorucci che le ha tutte attraversate senza mai occuparle militarmente, ma lasciando che fossero i migliori protagonisti di ciascuna di queste discipline a avvicinarsi a lui e a grazie a lui mettersi in contatto con gli altri".
La mostra quindi celebra Fiorucci anche come creatore di relazioni, intellettuali e creative, forte di una trasversalità plurale di visioni che oggi, in tempi normati dagli algoritmi, sembra mancare sempre di più.