Roma, 30 nov. (askanews) - La Corte Suprema russa ha deciso di mettere al bando il "movimento Lgbt internazionale" per "estremismo", senza specificare se il bersaglio siano i singoli individui o organizzazioni. "Si riconosce il movimento pubblico internazionale Lgbt e le sue suddivisioni strutturali come estremista e si vietano le loro attività sul territorio della Federazione Russa" ha detto Oleg Nefedov, giudice della Corte suprema russa, precisando che - la decisione del tribunale è soggetta a esecuzione immediata". Se applicata ai singoli individui, l'etichetta di "estremista" significa che le persone gay, lesbiche, transgender o queer che vivono in Russia potrebbero essere messe in prigione. Una decisione che ha scatenato subito un'ondata di polemiche. I giornalisti della France Presse presenti hanno riportato che il giudice ha letto il verdetto alla stampa dopo un'udienza a porte chiuse; agli attivisti non è stato permesso di partecipare. Yan Dvorkin, a capo di un gruppo russo che sostiene i diritti dei transgender ("Centro T"), ha dichiarato che il processo rappresenta "un nuovo punto di bassa follia". "Inizieranno a perseguire le persone che lavorano con le persone Lgbt, sia le organizzazioni che i singoli attivisti. In questo caso, lavorare in Russia diventa molto incerto. Non è certo che si possa continuare a farlo". "Alcune persone hanno iniziato a farsi prendere dal panico - ha raccontato - a cancellare i loro account e a intraprendere azioni molto rapide e drastiche per la paura. Di fatto, si tratta di una transizione dalla persecuzione amministrativa delle persone Lgbt nel Paese alla persecuzione penale". La svolta repressiva in Russia ha visto un'accelerazione dopo la guerra in Ucraina. Lo scorso dicembre Putin ha ampliato la legge del 2013 per criminalizzare qualsiasi menzione pubblica positiva di persone o relazioni Lgbt; e a luglio i legislatori hanno vietato gli interventi medici e le procedure amministrative che consentono alle persone di cambiare sesso. I russi presi di mira hanno affrontato finora per lo più pesanti multe, ma ora si teme che l'etichetta di "estremista" potrebbe comportare il carcere.
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