Roma, 31 gen. (askanews) - "Mio figlio è detenuto in condizioni disumane, dov'è l'Europa?". A parlare così è Ornella Matraxia, la madre di Filippo Mosca, 29 anni, di Caltanissetta, detenuto dallo scorso 3 maggio nel carcere di Porta Alba a Costanza, condannato il 12 dicembre scorso in primo grado a 8 anni e 3 mesi. Partito con degli amici per partecipare a un festival in Romania, è stato arrestato con l'accusa di traffico internazionale e nazionale di droga dopo che la ragazza di un suo amico - ha raccontato la madre - si è fatta recapitare un pacco contenente 150 gr. tra Marjuana, ketamina ed Mdma, "all'insaputa degli altri"; la polizia ha portato in caserma tutti anche se lei ha dichiarato di essere l'unica responsabile, e che gli altri non ne erano a conoscenza. "La situazione che vive mio figlio da 10 mesi..., parlare di disumanità non è un'esagerazione, mio figlio è depresso e ha perso le speranze di avere giustizia, lì dentro sono trattati come animali, senza dignità umana, le loro voci non contano, anche se si lamenta di episodi di aggressione nessuno vede o sente, c'è un clima di grande paura. Mio figlio non riesce a mangiare e a dormire, le condizioni igienico-sanitarie sono inesistenti, è difficile convivere in 24 in una stanza fredda d'inverno e caldissima in estate". "Sono stati fatti errori grossolani - aggiunge Matraxia - trascrizioni sbagliate, irregolarità di giudizio, errori di traduzioni di audio registrati, hanno messo i tre ragazzi nello stesso fascicolo non considerando le diversità delle situazioni". "Oggi Filippo mi dice che gli stanno rovinando la vita per una cosa che non ha fatto, ha tante volte pensieri autolesivi, dice che preferisce togliersi la vita che passare otto anni lì in carcere, lì i suicidi sono abbastanza frequenti". Alla fine, una domanda che in questa situazione viene naturale: "Io mi chiedo dove sia questa Europa: io posso dire che la Romania è ben lontana dalla civiltà che ci aspettiamo da un paese Ue, dai criteri di dignità, rispetto e giustizia".
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