Mercoledì 4 Settembre 2024

Incontro di Papa Francesco con il mondo islamico in Indonesia

Jakarta, 5 set. (askanews) - "Ai tanti segnali di minaccia, ai tempi bui, contrapponiamo il segno della fratellanza che, accogliendo l'altro e rispettandone l'identità, lo sollecita a un cammino comune, fatto in amicizia, e che porta verso la luce". Questo il messaggio di Papa Francesco in Indonesia, soprattutto al mondo islamico, che ha incontrato nella sua terza giornata di visita pastorale nel paese. Francesco si è recato alla Moschea "Istiqlal" per un Incontro Interreligioso. Al suo arrivo è stato accolto, all'esterno della Moschea, dal Grand Ima, Nasaruddin Umar. Insieme si sono recati in visita al Tunnel dell'Amicizia che unisce la moschea alla vicina cattedrale cattolica, dove Francesco ha rivolto un saluto ai presenti nel corso del quale ha voluto ringraziare "tutti coloro che operano convinti - ha detto - che si possa vivere in armonia e in pace, consapevoli della necessità di un mondo più fraterno". "Auspico - ha quindi concluso - che le nostre comunità possano essere sempre più aperte al dialogo interreligioso e siano un simbolo della coesistenza pacifica che caratterizza l'Indonesia". "L'esperienza religiosa sia punto di riferimento di una società fraterna e pacifica e mai motivo di chiusura e di scontro". Lo ha chiesto oggi Papa Francesco in Indonesia dove ha anche firmato una "Dichiarazione congiunta" con altri esponenti di altre fedi. Il Papa è tornato a lodare il mondo islamico indonesiano, simbolo di apertura e dialogo, incoraggiandolo "a proseguire su questa strada: che tutti, tutti insieme, ciascuno coltivando la propria spiritualità e praticando la propria religione, possiamo - ha detto - camminare alla ricerca di Dio e contribuire a costruire società aperte, fondate sul rispetto reciproco e sull'amore vicendevole, capaci di isolare le rigidità, i fondamentalismi e gli estremismi, che sono sempre pericolosi e mai giustificabili". Un atteggiamento di dialogo e fraternità. Ha spiegato, che non significa soltanto "una reciproca cortesia", o "qualcosa di formale", ma, invece, "un comune cammino di amicizia che avete iniziato da tempo, sostenuti da chi nel Paese ha avuto responsabilità civili e politiche, incoraggiato dai diversi leader religiosi, ma che è stato possibile soprattutto per la bella disposizione d'animo del popolo indonesiano, - ha ricordato - per la vostra apertura interiore, per l'accoglienza che sapete offrirvi reciprocamente, per la capacità che avete di armonizzare le diversità".