Martedì 11 Febbraio 2025

Gli amici di dall'Oglio sperano che il nuovo corso porti buone notizie

Milano, 11 feb. (askanews) - Nel monastero di San Mosè l'Abissino, su una collina rocciosa a nord di Damasco, gli amici del sacerdote italiano Paolo Dall'Oglio stanno portando avanti la sua eredità, speranzosi che la cacciata di Bashar al-Assad dalla Siria aiuti a svelare il destino del padre gesuita rapito nell'agosto del 2013 nel paese medio-orientale. "Alla fine, il peso è stato sollevato dai nostri petti. Ci stava soffocando, invadendo i nostri sogni, la nostra immaginazione e le nostre conversazioni. Noi siriani avevamo perso la fiducia l'uno nell'altro. Ora è finita e possiamo respirare di nuovo. Possiamo parlare ed esprimerci", ha detto Jihad Youssef, capo del monastero a proposito della nuova vita della Siria dopo la fuga di Assad. E a proposito del sarcerdote italiano ha spiegato: "Pensavamo che potesse essere stato imprigionato dal regime o che il regime potesse averlo ucciso. Era qualcosa che prima non potevamo dire apertamente in Siria, ma ora possiamo. Speravamo con ansia che uscisse dalla prigione di Saydnaya, da qualche ramo, dal ramo palestinese, o da qualsiasi cellula sotterranea. Speravamo di trovare qualsiasi documento che potesse fornirci informazioni su di lui, o anche di trovare il suo corpo. Non sappiamo se è morto, detenuto o se è ancora vivo". Paolo Dall'Oglio, che oggi se fosse ancora vivo avrebbe 71 anni, visse per diversi anni in questo monastero fondato nel VI secolo e contribuì al suo restauro. Feroce oppositore del regime di Bashar al-Assad, venne espulso nel 2012 dopo aver incontrato alcuni membri dell'opposizione. L'anno seguente tornò clandestinamente nelle zone ribelli, prima di scomparire nel luglio 2013 mentre si recava a Raqqa per negoziare il rilascio dei militanti rapiti da un gruppo che in seguito sarebbe diventato lo Stato Islamico. Dopo la sua scomparsa sono circolate notizie contrastanti sulla sua sorte: alcuni sostenevano che fosse stato catturato dai jihadisti, altri che fosse stato ucciso o consegnato alle autorità siriane. La speranza di molti è che in questo nuovo corso appena cominciato in Siria si faccia luce anche sul suo caso.