Martedì 11 Febbraio 2025

Gas intensive:per imprese costo gas insostenibile, urgenti misure

Roma, 11 feb. (askanews) - Il prezzo del gas ha raggiunto in Europa in questi giorni i massimi da due anni, oltre i 58 euro, e in Italia sconta un ulteriore differenziale legato ai costi di logistica, un aggravio di altri due euro circa a megawattora. Per le aziende gasivore si tratta di costi insostenibili soprattutto quando il tipo di lavorazioni effettuate non consente il ricorso ad altre fonti di energia. Parliamo di aziende che producono ceramica, vetro, carta, settori importanti per il sistema industriale italiano e per i quali un terzo dei costi di produzione va in energia. A lanciare l'allarme è stato il consorzio Gas Intensive, che rappresenta potenzialmente il più grande consumatore industriale di gas naturale in Italia e a cui fanno capo 135 aziende. L'associazione ha chiamato a discutere rappresentanti del settore e istituzioni per sostenere l'urgenza di una misura come il Gas release, da tempo annunciata ma al momento rimasta su un binario morto. Un intervento che consentirebbe di vendere alle aziende quantitativi certi di gas a prezzo calmierato ricavato dall'estrazione nazionale. O comunque è stata sostenuta la necessità di trovare strade alternative perchè il rischio è che alcune imprese non ce la facciano. Aldo Chiarini, Presidente Gas Intensive: "Abbiamo ascoltato le aziende che non possono fare a meno del gas perché non possono usare altre fonti di energia in modo economico ma non riescono a trasferire gli aumenti del costo del combustibile sui loro clienti e quindi ci sono due strade o riducono la produzione o chiudono e o perdono, però, per perder non si può andare avanti all'infinito. Quindi questo tema della gas release che era urgente perché ne abbiamo parlato diverse volte è diventato una emergenza. Mi sono permesso di fare una battuta. Se andiamo avanti così non servono i dazi di Trump perché ce li stiamo dando da soli con questo costo del del gas, che è il più caro del mondo in questo momento". Il problema è ben chiaro al ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ha sottolineato Fabrizio Boschi, Capo Dipartimento Energia che ha assicurato l'impegno del ministero al lavoro su misure si vario genere che diano un sostegno alle imprese. Tra quelle che potrebbero essere adottate a breve una riguarda proprio la possibilità di ridurre il differenziale di prezzo per l'Italia: Federico Boschi, Capo Dipartimento Energia, Mase: "Ci sono delle misure concrete che sono in corso di finalizzazione già delineate che hanno l'obiettivo di evitare che quantitativi marginali, per ragioni legate a costi di logistica fissi e quindi non avrebbe senso economico di trasformare in variabili, creino delle barriere tra i mercati europei. Quindi ci sono delle misure già di fatto pronte da finalizzare che consentono di assicurare il sistema italiano rispetto al al differenziale penalizzante del nostro mercato rispetto ai mercati nord europei. È chiaro che è una misura, a questi livelli di prezzo, marginale, però è una misura concreta nell'ambito di quelle implementabili in un orizzonte temporale non immediato ma comunque relativamente contenuto".