Roma, 3 mag. (askanews) - Fili rossi che pendono da un soffitto altissimo e 25 grandi abiti fluttuanti compongono un'installazione nella galleria dell'ex campo di concentramento nazista a Ebensee, in Austria, mentre la mostra dell'artista giapponese Chiraru Shiota "Dove siamo adesso?" (Where are we now?) apre al pubblico. "Così ho usato l'abito, che è un corpo vuoto e il tema del mio lavoro è l'assenza dell'esistenza. Esistere qui, ma qui non c'è nessuno", ha spiegato l'artista. "Il colore rosso è importante. Il suo significato in Giappone è connesso con il nostro destino, fato. É anche il colore del sangue. E dentro il sangue c'è tutto, come famiglia, nazionalità o religione", ha spiegato. Più di 8.000 prigionieri, un terzo degli internati, sono morti nel campo di Ebensee tra il 1943 e il 1945, la maggior parte per fame o denutrizione, tra cui 552 italiani, obbligati a partecipare alla costruzione di una enorme rete di gallerie. Wolfgang Quatember, capo del memoriale del museo di storia contemporanea e campo di concentramento Ebensee: "Questo tunnel è di fatto, come molti prigionieri hanno sempre detto, i sopravvissuti, la testimonianza manifesta, ciò che resta del loro lavoro forzato". L'installazione, nel territorio della regione alpina di Salzkammergut Capitale europea della cultura 2024 con Bad Ischl, sarà visitabile fino a settembre.
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