Martedì 17 Settembre 2024

Diabete di tipo 1: nel 2025 al via screening nazionale pediatrico

Roma, 17 set. (askanews) - In Italia il diabete di tipo 1 colpisce circa 300.000 persone. Nel 2021 si sono registrati 26,7 nuovi casi ogni 100.000 bambini. Si tratta di una patologia autoimmune ancora non curabile e dunque la prevenzione rappresenta uno strumento imprescindibile per poter intervenire prima che la malattia si manifesti. A confermarlo anche il White paper "Screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia" presentato oggi a Roma, alla Camera dei Deputati, in conformità alla legge 130 del 2023 che dispone un programma nazionale di screening della popolazione pediatrica per queste due patologie, promossa dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè e approvata un anno fa all'unanimità dal Parlamento. L'implementazione del programma nazionale di screening è stata preceduta da una fase pilota che ha coinvolto quattro Regioni (Lombardia, Marche, Campania e Sardegna), i cui risultati hanno ispirato il lavoro di un gruppo di esperti nel formulare 16 raccomandazioni per gestire al meglio il programma a livello nazionale: dal coinvolgimento attivo dei pediatri di famiglia e ospedalieri per il supporto alle famiglie all'istituzione di team specialistici nei centri regionali per un'assistenza integrata ai bambini. "Innanzitutto si è notato tanto che la partecipazione volontaria della popolazione pediatrica attraverso i genitori è stata al di là di ogni aspettativa, - dichiara il vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè - quindi si è sviluppato all'interno delle famiglie il concetto che bisogna prevenire, bisogna andare incontro a questo tipo di screening. Secondo dato che verrà illustrato riguarda l'incidenza su questi primi 3.800 casi su 5.000 che costituiscono il campione in quattro regioni, cioè l'incidenza nella percentuale di persone che sono predisposte a questo tipo di patologie e la percentuale è molto alta e questo incentiva tutti a continuare su questa strada perché la chetoacidosi e tutte le patologie e soprattutto tutte le conseguenze possono essere curate o comunque possono essere controllate se vi è una diagnosi precoce come nel caso dello screening". Con un investimento di 3,8 milioni di euro all'anno per il biennio 2024-2025 e di 2,8 milioni di euro l'anno a partire dal 2026, il programma pluriennale di screening in età pediatrica, che a livello nazionale partirà nel 2025, ha dato importanti risultati già nella fase pilota. "Siamo alle fasi finali di un progetto propedeutico, un progetto pilota che ci ha permesso di andare ad esplorare lo screening in quattro Regioni italiane del Nord, Centro, Sud e la Sardegna, con oltre 5.000 bambini - dichiara ad askanews il Presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Valentino Cherubini - e abbiamo già dei risultati molto interessanti che possono riassumersi nella grande partecipazione di tutti coloro che sono i portatori di interesse, quindi l'Istituto superiore di sanità, i pediatri di libera scelta, le famiglie, ma anche i pediatri gastroenterologi perché è una legge anche sulla celiachia. E dal punto di vista dei risultati, abbiamo già uno 0,8% di bambini che hanno anticorpi contro le insule pancreatiche, quindi rischio di diabete, e un 2,9% di bambini che hanno il rischio di malattia celiaca. Quindi su questi potremo fare la prevenzione finalmente". Il White paper rientra nel progetto "Diabetes Type 1 Vision of Screening" (D1VE), realizzato da Sanofi in collaborazione con UTOPIA, che ha l'obiettivo di favorire un dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti nell'attuazione della legge approvata lo scorso autunno. "Tutto il mondo sta guardando all'Italia - dichiara ad askanews Alessandro Crevani, General manager Business Unit General Medicines di Sanofi - ed è di inutile sottolineare quanto siamo orgogliosi della nostra Italia nel vedere che siamo l'unico Paese al mondo, il primo Paese al mondo ad avere una legge che comanda lo screening per il diabete di tipo 1 nei bambini da uno a 17 anni. Lo screening è un passo fondamentale per quella che è la nostra ambizione, attraverso la ricerca nel campo dell'immunologia, di poter sognare di arrivare un giorno a curare questa malattia".