Corea del Sud, è ancora crisi fra proteste e impeachment bloccato
Roma, 7 dic. (askanews) - E' ancora crisi in Corea del Sud, dove il presidente conservatore Yoon Suk-yeol, dopo aver proclamato la legge marziale sostenendo che fosse necessaria contro traditori e spie della Corea del Nord, con un sostanziale tentativo di golpe abortito dopo poche ore nella serata di martedì 3 dicembre, ieri sera in un discorso alla nazione non si è dimesso, pur offrendo le sue scuse:
"La dichiarazione dello stato di emergenza è nata dall'urgenza che ho avvertito in qualità di presidente, che ha la responsabilità ultima degli affari dello Stato. Tuttavia, mi dispiace profondamente che questo processo abbia causato disagi alla popolazione. Mi scuso sinceramente con i cittadini che probabilmente sono stati allarmati e disturbati da questi eventi. Concittadini, ci sono voci che dicono che la legge marziale potrebbe essere dichiarata di nuovo, ma permettetemi di dirlo chiaramente: non ci sarà mai una seconda dichiarazione di legge marziale".
Yoon ha detto che non rifuggirà dalle responsabilità legali e politiche delle sue azioni, ma ha rimesso al suo partito, il conservatore Partito del potere popolare (Ppp), ogni decisione sul suo mandato. Anche il leader del partito del presidente Han Dong-hoon ha ammesso che dimissioni anticipate del capo dello Stato sono inevitabili, perché non è più in condizioni di esercitare le sue funzioni. Malgrado ciò, i deputati del Ppp hanno abbandonato l'aula del parlamento per rendere impossibile un voto di impeachment, provocando la reazione dello speaker parlamentare Woo Won-shik, che ha chiesto loro di tornare , mentre le immagini del boicottaggio del voto facevano il giro del mondo: "Potete assumervi la responsabilità di macchiare la percezione che il mondo ha della fragile democrazia del vostro Paese?"
Nelle piazze manifestazioni organizzate dal Ppp e favorevoli al presidente sono andate in scena durante la giornata di oggi, con cortei, danze e striscioni; nel tardo pomeriggio è stata la volta dei coreani critici con Yoon, che per la seconda volta in due giorni - stavolta in centinaia di migliaia - si sono radunati davanti al parlamento riunito per il voto di impeachment. La procedura però non è andata a buon fine per mancanza del quorum necessario, proprio per l'assenza dei deputati del partito di Yoon, lasciando il paese nel pieno della crisi e senza una prospettiva politica chiara.