Milano, 15 mar. (askanews) - Uno studio condotto da Arthur D. Little incontrando 300 CEO di aziende con un fatturato superiore a un miliardo di euro attive in varie parti del mondo e in un ampio spettro di industrie ha fatto emergere un quadro di sostanziale ottimismo per i prossimi anni dello scenario economico globale. "Non è una visione puramente ottimistica - ha detto ad askanews Francesco Marsella, Managing Partner di Arthur D. Little - ma cautamente positiva rispetto alle prospettive di crescita che prossimi cinque anni. Questo affonda le radici su una considerazione che abbiamo fatto con molti che questa condizione di volatilità e di turbolenza sia probabilmente una condizione ci accompagnerà per un periodo abbastanza lungo, cioè non è un attranzitorio breve, almeno considerato da molti e questo chiaramente lì ha messo in un atteggiamento di accettare questa sfida e di riuscire a prosperare in questo contesto". Una delle caratteristiche che emergono è che la fiducia è tanto maggiore quanto maggiore è la dimensione dell'azienda, ma poi c'è anche un altro elemento significativo. "Un aspetto interessante che si unisce a questo dell'ottimismo - ha aggiunto - è una ritrovata relazione positiva con l'intervento statale". L'intervento dello Stato viene interpretato in chiave di mitigazione della volatilità e degli choc nel breve termine, ma anche nell'ottica di lavorare insieme su obiettivi di ristrutturazione del sistema economico sul più lungo periodo. Oltre a questo aspetto lo studio ha evidenziato due parole chiave: intelligenza artificiale e e sviluppo sostenibile. Nel primo caso con una proiezione più forte sul potenziamento della componente umana. "Le risorse umane - ha assicurato - rimangono assolutamente centrali con due prerequisiti principali. Da una parte riuscire ad adottare un concetto aziendale, un paradigma intorno all'artificial intelligence che sia il più olistico possibile, per cui interpretare le capacità che ci offre questa tecnologia. L'altro tema fortissimo legato alla centralità delle risorse umane è quello del reskilling, ill tema di dotarsi o di competenze nuove o di aiutare diciamo il personale, le risorse umane a avvicinarsi a queste tecnologie". La sfida della sostenibilità poi resta al centro delle strategie. "Decarbonizzazione - ha concluso Marsella - vuol dire una trasformazione profondissima di tutti i settori sia della produzione che dei consumi che deve abbracciare se prima parlavamo dell'intelligenza artificiale di 5-10 anni qui stiamo parlando almeno 10-15-20 anni nel futuro. È chiaro che questo orizzonte temporale e la notevolissima immobile di investimenti che richiede questa trasformazione non sono compatibili con un'accelerazione repentina. Anche in questo caso io continuo a sottolineare obiettivi ambiziosi, sono sicuramente il punto di partenza, devono essere riconnessi opportunamente con una programmazione di medio e lungo termine". In questo scenario l'Italia si distingue per un ottimismo che è più cauto da molti punti di vista, anche in relazione alla dimensione media delle nostre imprese. Ma sui due temi cardine di Intelligenza artificiale e decarbonizzazione le aziende italiane si rivelano essere molto preparate e consapevoli.
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