Giovedì 7 Novembre 2024

Urne aperte, italiani al voto con l'incognita astensione

Boom di rinunce componenti, problemi a Firenze,Cagliari e Napoli

Urne aperte, italiani al voto con l'incognita astensione

Urne aperte, italiani al voto con l'incognita astensione

Urne aperte, con oltre 51 milioni di italiani al voto per il rinnovo del Parlamento Europeo. L'Election day, che riguarda anche 17 milioni di elettori per le amministrative - con 3.698 Comuni che rinnovano sindaco e giunta - e 3,6 per le regionali in Piemonte, si è aperto regolarmente alle 15 di sabato ma è stata una corsa contro il tempo per risolvere alcune criticità, già emerse nei giorni scorsi e legate alla rinuncia di compenti di seggi, che in alcune città ha fatto registrare cifre record. Le operazioni di voto, su cui incombe l'incognita astensionismo, si completeranno domenica alle 23. A Roma l'apertura dei seggi è stata preceduta da polemiche sulla sostituzione di presidenti, su presunti problemi del sistema informatico comunale per l'inserimento dei dati e sul mancato invio, denunciato da alcuni esponenti politici, delle tessere elettorali ai neomaggiorenni. Gli uffici della Anagrafe sono stati letteralmente presi d'assalto da chi ha smarrito la tessera elettorale o ne chiedeva l'aggiornamento. A Napoli sono stati sostituiti complessivamente 236 presidenti su 885 sezioni, oltre il 26%. Nelle scorse consultazioni elettorali referendarie le surroghe erano state 170. Situazione complicata anche a Firenze dove sono state circa 900 le rinunce sul totale di 1470 scrutatori. A Cagliari si è registrato un vero e proprio boom sia tra presidenti che scrutatori: un aumento di rifiuti che ha superato anche quelli registrati per le regionali di fine febbraio. Il 5 giugno era stato lanciato un appello e l'amministrazione comunale è riuscita a garantire il corretto inizio delle operazioni con chiamate last minute. Criticità anche a Bari dove circa 200 presidenti su 346 nominati dalla Corte di Appello ha rinunciato all'incarico. A Torino invece le defezioni sono state ventisei. La macchina elettorale è partita invece senza particolari intoppi a Milano, ma anche qui si è registrata qualche defezione tra i componenti delle commissioni. Tra le cause c'è anche la retribuzione, ritenuta bassa, che per i presidenti di seggio è di 246,50 euro mentre per segretari e scrutatori è di 188 euro.