Roma, 29 gennaio 2024 – Il governo ungherese "vigili e intervenga" affinché vengano "rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio". Lo chiede su X il ministro degli Esteri Antonio
Tajani dopo che la procura di Budapest ha chiesto 11 anni di carcere per l'attivista antifascita milanese accusata di tentato omicidio per aver partecipato all'aggressione ai partecipanti a un corteo neonazista nella capitale ungherese.
L’insegnante di Monza è comparsa in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti. Lo ha constatato l'ANSA in aula a Budapest dove la donna è entrata accennando un sorriso rivolto al pubblico. Una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena.
Salis indossava un maglione chiaro a strisce orizzontali e teneva in mano una borsa scura.
“È stato choccante, un'immagine pazzesca. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni ma vederla ci ha fatto davvero impressione. Era tirata come un cane, con manette attaccate a un cinturone da cui partiva una catena che andava fino ai piedi, con questa guardia che la tirava con una catena di ferro. Ed è rimasta così per tre ore e mezza”, ha detto all'Ansa Eugenio Losco, uno degli avvocati italiani di Ilaria Salis, presente di fianco al padre Roberto alla prima udienza a Budapest per la 39enne milanese. “È una grave violazione della normativa europea - ha aggiunto - l'Italia deve far finire questa situazione ora".
Tajani ha dato disposizioni al segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia di convocare l'ambasciatore di Ungheria a Roma per un passo di protesta per le condizioni di detenzione della cittadina italiana Ilaria Salis. Parallelamente, domani l'ambasciatore d'Italia in Ungheria effettuerà un passo presso le autorità ungheresi.
"È una fotografia molto dura. Abbiamo incontrato il padre, naturalmente la magistratura ungherese è sovrana. Ci si può attivare, cosi come ci stiamo attivando, attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta”, sono state le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio.