Nel Regno Unito è scoppiata una polemica a causa dell'intenzione attribuita al governo di Rishi Sunak, confermata dal Primo Ministro Tory, di indebolire la tabella di marcia verso l'obiettivo di emissioni zero di CO2 entro il 2050, preso in sede internazionale in risposta agli allarmi sui cambiamenti climatici. Il Premier ha intenzione di fare un discorso in settimana, forse già oggi, per definire i cambiamenti di strategia previsti, tra cui, a quanto emerso finora, un rinvio del bando definitivo della produzione e vendita nel Regno dei veicoli con motori a benzina o diesel dalla scadenza del 2030, fissata sotto la leadership di Boris Johnson a margine della CoP26 di Glasgow sul clima del 2021, fino al 2035. Sunak ha confermato di voler intervenire sul dossier dinanzi a uno scenario economico mutato a livello globale e nazionale, a beneficio (a suo dire) d'imprese e cittadini, mantenendo l'impegno finale a raggiungere l'obiettivo emissioni zero "nel 2050", ma - come ha scritto - in modo più proporzionato e diversamente graduato. Le sue parole sono state subito criticate non solo dall'opposizione laburista o da esponenti della maggioranza Tory più sensibili alle politiche verdi, ma anche dalla stessa organizzazione dei produttori di auto britannici, dubbiosi su ripensamenti o retromarce in grado di creare incertezza. La presidente di Ford UK, Lisa Brankin, ha rincarato la dose: "Il nostro business - ha tagliato corto Brankin commentando pubblicamente le intenzioni accreditate a Sunak - ha bisogno di 3 cose dal governo del Regno Unito: ambizione, impegno, coerenza. E un rilassamento della scadenza del 2030 le minerebbe tutte e 3".
Ultima oraSunak fa marcia indietro su clima, monta la polemica