Venerdì 13 Dicembre 2024

Maltrattamenti e uso di psicofarmaci nei centri di permanenza in Italia, denuncia il Consiglio d'Europa

Il Consiglio d'Europa denuncia maltrattamenti fisici e uso di psicofarmaci nei centri di permanenza per migranti in Italia.

Consiglio d'Europa, 'migranti maltrattati nei Cpr italiani'

Il Consiglio d'Europa denuncia maltrattamenti fisici e uso di psicofarmaci nei centri di permanenza per migranti in Italia.

Nei centri di permanenza per i rimpatri in Italia i migranti sono maltrattati e sedati con psicofarmaci. Lo denuncia il Consiglio d'Europa in un rapporto redatto dopo la visita condotta tra il 2 e il 12 aprile in 4 dei 9 centri operativi in Italia: gli hub di via Corelli a Milano, Gradisca d'Isonzo, Palazzo San Gervasio a Potenza, e Ponte Galeria a Roma.

L'organo anti-tortura del Consiglio d'Europa, il Cpt, afferma di "aver riscontrato diversi casi di presunti maltrattamenti fisici e uso eccessivo della forza da parte di agenti di polizia". Inoltre, nel report si rileva "la pratica diffusa della somministrazione di psicofarmaci non prescritti e diluiti in acqua, come documentato nel centro di Potenza".

Lo stesso Cpt boccia i centri di permanenza per i rimpatri in Italia, definendoli "non idonei", criticando la loro gestione e le condizioni di vita dei migranti lì trattenuti. Gli elementi negativi riscontrati, come "pessime condizioni materiali, assenza di un regime di attività, approccio sproporzionato alla sicurezza, qualità variabile dell'assistenza sanitaria e mancanza di trasparenza da parte degli appaltatori privati", secondo il Cpt "mettono in discussione" la replica del modello in Albania.

Inoltre secondo i dati preliminari di Frontex, nei primi undici mesi di quest'anno il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere dell'Ue è diminuito del 40%, attestandosi a 220.700. Le maggiori diminuzioni sono state registrate ancora una volta sulle rotte dei Balcani occidentali e del Mediterraneo centrale, con -80% e -60%. Al contrario, la frontiera terrestre orientale ha registrato il maggiore aumento, pari al 200%. La rotta dell'Africa occidentale poi ha già superato il numero totale di arrivi irregolari di tutto l'anno scorso, al livello più alto dal 2009. I principali Paesi di provenienza sono Siria, Afghanistan e Mali.