Giovedì 13 Febbraio 2025

Corte europea condanna l'Italia per giustizia lenta in caso di stalking e violenza

La Corte europea dei diritti umani critica l'Italia per ritardi giudiziari che lasciano impuniti casi di stalking e violenza.

La Corte europea dei diritti umani critica l'Italia per ritardi giudiziari che lasciano impuniti casi di stalking e violenza.

La Corte europea dei diritti umani critica l'Italia per ritardi giudiziari che lasciano impuniti casi di stalking e violenza.

L'ha seguita, ha passato al setacciato il suo telefono, l'ha insultata e minacciata. Per tre volte è stato violento. Ma non è mai stato condannato a causa di lacune nelle indagini e di una giustizia troppo lenta, tanto che i reati sono finiti in prescrizione. E' su queste basi che la Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia, accusandola di non aver fatto il necessario dopo la denuncia di una donna contro l'ex compagno per stalking, molestie e violenza. Nella sentenza, i giudici di Strasburgo lanciano un allarme: il sistema giudiziario italiano, con i suoi ritardi e le maglie larghe della prescrizione, lascia senza risposta troppe vittime portando alla chiusura di un numero significativo di casi, compresi quelli di violenza domestica.

La donna, il cui nome non è stato reso pubblico, si era rivolta alla Corte di Strasburgo dopo anni di battaglie nei tribunali italiani. Nel 2009 aveva denunciato alle autorità le violenze subite fornendo anche un quadro dettagliato: nomi di testimoni pronti a confermare la sua versione, date e orari precisi degli oltre 2.500 messaggi ricevuti dall'ex compagno, oltre alla miriade di telefonate. Ma la giustizia ha tardato a muoversi: nel suo pronunciamento, la Cedu sottolinea che ci sono voluti tre mesi solo per registrare la denuncia. Il rinvio a giudizio dell'uomo è arrivato dopo altri quattro anni e la sentenza di primo grado è stata pronunciata oltre sei anni dopo. Non solo: "Sedici mesi dopo - evidenziano i giudici -, la Corte d'appello lo ha assolto per i fatti commessi prima del 25 febbraio 2009, poiché all'epoca il reato di molestie non era ancora in vigore, e ha dichiarato prescritti tutti gli altri episodi successivi".