Domenica 1 Settembre 2024

89.000 donne uccise nel 2022, il tragico bilancio

Nel 2022 quasi 89.000 donne e ragazze sono state uccise intenzionalmente, il numero più alto degli ultimi due decenni. La maggior parte dei femminicidi è commessa da familiari o partner. L'Africa è la regione con il maggior numero di vittime. L'ONU invita i governi a porre fine all'impunità.

Onu, quasi 89.000 donne uccise nel mondo nel 2022

Onu, quasi 89.000 donne uccise nel mondo nel 2022

Quasi 89.000 donne e ragazze sono state uccise intenzionalmente nel 2022 in tutto il mondo, il numero più alto registrato negli ultimi due decenni, rispetto alle 81.100 vittime del 2021. Lo afferma una nuova ricerca dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) e UN Women. I dati attualmente disponibili per il 2022 indicano che l'aumento dei femminicidi si è verificato nonostante un calo del numero complessivo di omicidi. Il 55% (48.800) di tutti i femminicidi, secondo la ricerca Onu, è stato commesso da familiari o partner, il che, in media, significa che più di 133 donne o ragazze sono state uccise ogni giorno nella propria casa. Al contrario, solo il 12% degli omicidi contro uomini è stato perpetrato tra le mura domestiche. "Il numero allarmante di femminicidi ci ricorda duramente che l'umanità è ancora alle prese con disuguaglianze profondamente radicate e violenza contro donne e ragazze", ha dichiarato Ghada Waly, Direttore Esecutivo dell'UNODC, invitando i governi ad "investire in istituzioni più inclusive e ben attrezzate per porre fine all'impunità, rafforzare la prevenzione e aiutare le vittime". Per la prima volta dal 2013, anno in cui l'UNODC ha iniziato a pubblicare le stime regionali, nel 2022 l'Africa ha superato l'Asia diventando la regione con il maggior numero di vittime sia totali (20.000) sia in rapporto alla dimensione della sua popolazione femminile (2,8 vittime ogni 100.000 donne). I femminicidi commessi da partner o familiari sono aumentati anche in Nord America del 29% tra il 2017 e il 2022, in parte grazie al miglioramento delle pratiche di registrazione. Sono invece diminuiti del 21% in Europa dal 2010.