Venerdì 20 Dicembre 2024

007 russi non coinvolti nella fuga di Uss, lo stato resta ai margini

Cinque persone sono state arrestate per l'evasione di Artem Uss, imprenditore russo. Altre persone potrebbero essere coinvolte, ma non ci sono prove di servizi segreti russi. L'operazione è ancora in corso.

Pm, nella fuga di Uss allo stato non coinvolti 007 russi

Nell'evasione e nella fuga di Artem Uss, l'imprenditore russo scomparso il 22 marzo scorso da Basiglio (Milano) quando era ai domiciliari e dopo che i giudici milanesi avevano dato il via libera all'estradizione negli Stati Uniti, c'è il "potenziale coinvolgimento di altre persone", oltre alle cinque destinatarie ieri di ordinanza cautelare, "alcune delle quali individuate, altre no", ma "non abbiamo evidenza allo stato" del coinvolgimento di servizi segreti russi. Lo ha spiegato il Procuratore di Milano Marcello Viola in relazione all'operazione che ha portato per ora all'arresto di Vladimir e Boris Jovancic, padre e figlio di origini bosniache. L'operazione, tuttavia, "è tuttora in corso", hanno chiarito i pm, e si stanno cercando gli altri tre presunti componenti della "banda". Oltre che Uss, il quale sarebbe in Russia. Sono da approfondire anche "i rapporti di conoscenza tra Uss e gli altri cinque" e si continua a indagare sulla rete di sostenitori che avrebbe "organizzato" l'evasione e la fuga. Uss avrebbe oltrepassato la frontiera a Gorizia, per entrare in Slovenia, "presumibilmente a bordo di una Volvo", una delle quattro macchine usate. Il braccialetto elettronico, poi, nei mesi in cui è stato ai domiciliari, aveva avuto ben "124 allarmi in 79 giorni: sette in due giorni per motivi di alimentazione elettrica e una ventina in due giorni erano prove di schermatura", che avrebbero effettuato i presunti complici. In tutti gli altri casi "erano problemi di comunicazione tra il braccialetto e la base". I pm hanno precisato anche che al momento non è emerso un coinvolgimento da parte della moglie di Uss. A lui, nel frattempo, sono stati congelati dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf i beni che aveva in Italia: il famoso villino a Cascina Vione (Basiglio), le quote del capitale sociale di una società con sede in provincia di Sassari e con dietro un trust cipriota e un conto italiano. Il "commando" che ha favorito l'evasione sarebbe stato composto da "persone molto diverse, alcune con precedenti per reati contro il patrimonio, altre no".