Martedì 16 Luglio 2024

Lanciato il satellite EarthCare, studierà le nuvole e l’aerosol per combattere il cambiamento climatico

La missione è il frutto di una collaborazione fra l’ESA e la giapponese JAXA, ma vi prendono parte anche l’agenzia spaziale italiana e Leonardo

Roma, 29,maggio 2024 – È partita una delle missioni più ambiziose e complesse nell’ambito dell’osservazione della Terra e della sua atmosfera: quella del satellite EarthCARE che è stato lanciato e messo in orbita dalla base californiana di Vandenberg con un razzo Falcon 9. La missione è il frutto di una collaborazione fra l’agenzia spaziale europea (ESA) e la controparte giapponese JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency) che, fedele alla tradizione giapponese ha anche trovato un soprannome per il satellite: quello di Hakuryù, che significa “drago bianco”, scelto per via dell'aspetto del satellite, che ha il corpo bianco e il pannello solare simile a una lunga coda.

Il razzo Falcon 9 in volo poco dopo il lancio
Il razzo Falcon 9 in volo poco dopo il lancio

EarthCARE, che è l’acronimo di Earth Cloud Aerosol and Radiation Explorer, ha il compito di studiare le nubi e l’aerosol per comprendere in che modo influenzano il cambiamento climatico, come ha spiegato Eiichi Tomita, il responsabile scientifico del radar della Jaxa: “Aumentare l'accuratezza dei modelli climatici globali utilizzando i dati di EarthCARE ci permetterà di prevedere meglio il clima futuro e quindi di adottare le misure di mitigazione necessarie”. Alla costruzione del satellite e all’organizzazione della sua ricerca ha preso parte, oltre alle due agenzie spaziali, un consorzio di 75 aziende, guidato da Airbus, e di cui fa parte anche l’italiana Leonardo.

Per adempiere ai suoi compiti EarthCARE dispone di quattro strumenti del tutto nuovi e all’avanguardia: il già menzionato radar giapponese che dovrà misurare la velocità del flusso ascendente e discendente all'interno delle nuvole e che è il primo strumento al mondo in grado di rilevare una misura simile, il lidar atmosferico, che utilizza un laser per misurare i profili di nubi sottili e dell’aerosol; l'imager multispettrale, che offre un'ampia panoramica della scena in diverse lunghezze d'onda e infine il radiometro a banda larga che serve a misurare la radiazione solare riflessa e la radiazione infrarossa in uscita. Questi nuovi mezzi “lavoreranno per risolvere alcuni degli aspetti più misteriosi della nostra atmosfera”, ha scritto sulla piattaforma X il direttore generale dell'Esa, Josef Aschbacher. 

L’importanza del nuovo satellite per la lotta al cambiamento climatico è stata rimarcata anche dalla direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell`ESA, Simonetta Cheli: “La missione arriva in un momento critico in cui far progredire le nostre conoscenze scientifiche è più importante che mai per comprendere e agire sui cambiamenti climatici, e non vediamo l`ora di ricevere i primi dati”.