Siamo abituati ai robot dei film di fantascienza: super intelligenti, capaci di affrontare qualunque tipo di situazione, se non addirittura indistinguibili dagli esseri umani (vedi il recente caso della serie TV 'WestWorld' o il nuovo 'Blade Runner 2049'). Il mondo reale è ancora parecchio distante da quello che troviamo nella fiction, ma nonostante tutto la ricerca sta facendo passi da gigante: per capire a che punto siamo, ecco alcune delle macchine più pazze, promettenti e sofisticate che ci lascia in dote il 2016. Octobot, il polpo morbido Si tratta di un robot soffice interamente stampato 3D, che è stato ideato nei laboratori dell'Università di Harvard. Ha la forma di un polpo, ma soprattutto è privo di parti meccaniche. Grazie a un sistema di camere d'aria, che si gonfiano a seguito di una reazione chimica, si può muovere sull'acqua in modo autonomo: per ora è in grado di compiere solo piccoli spostamenti, tuttavia in futuro potrebbe trasformarsi in una sonda per l'esplorazione degli oceani. Ne avevamo parlato nel dettaglio qui. Il robot che prova dolore Un team dell'Università di Hannover ha messo a punto quello che può essere definito una sorta di sistema nervoso artificiale, che consente alla macchina di provare una rudimentale esperienza sensoriale. Nello specifico Johannes Kuehn e il suo collega Sami Haddadin hanno costruito un braccio meccanico che, tramite un "polpastrello", rileva le variazioni di temperatura e pressione, e che reagisce in modo proporzionale al dolore percepito. Lo avevamo raccontato in maniera più approfondita in questo articolo. Il robot con i muscoli da lumacaAlla Case Western Reserve University di Cleveland hanno combinato il tessuto muscolare di una lumaca di mare con uno scheletro polimerico stampato 3D: ne è uscito un sistema ibrido molto elementare, ma che getta le basi per gli automi del domani, capaci di muoversi grazie al supporto di materiale organico. Attualmente la"macchina vivente", presentata la scorsa estate al Living Machines di Edimburgo, è in grado di muoversi da sola quando i muscoli si contraggono, ma lo fa con moltissima calma: 0,04 centimetri al minuto. I robot organici hanno due vantaggi: sono economici e una volta fuori uso possono decomporsi senza lasciare dietro di sé rifiuti elettronici. Per saperne di più, clicca qui. Il robot-sentinella con lo sguardo a infrarossi Vista a infrarossi, un set di telecamere a 360 gradi e un sistema LIDAR per rilevare la presenza di sostanze tossiche nell'atmosfera: sono le armi a disposizioni di RAMSEE, il robot della Gamma 2 Robotics (di cui vi avevamo scritto qui) che secondo i suoi creatori porterà il settore della sicurezza a un livello tecnologico mai sperimentato prima. La guardia robotica si sposta su due ruote ed è pensata per farsi carico della sorveglianza di zone industriali particolarmente a rischio per l'uomo. Presto potrebbe già sbarcare sul mercato. Il robottino che fa parkour È alto 26 centimetri e pesante 100 grammi, ma è capace di saltare un metro di altezza in meno di un secondo e, all'occorrenza, anche di rimbalzare sui muri come farebbe un espero di parkour. Il suo nome è SALTO, acronimo di Saltatorial Locomotion on Terrain Obstacles, ed è stato concepito dalle menti della UC Berkeley prendendo come modello il galagone, un agilissimo primate notturno diffuso in Africa. Gli scienziati ritengono che in futuro potrebbe tornare utile in caso di disastri e terremoti, là dove altri automi non sarebbero capaci di spostarsi tra le macerie di edifici crollati. Puoi vederlo all'opera in questo nostro video. Il robot umanoide Atlas Boston Dynamics, l'azienda robotica acquistata da Google nel 2013, ha dato vita nell'ultimo decennio a tecnologie sorprendenti come il robot da carico BigDog o il velocissimo Cheetah. Nel 2016 è stato il turno di Atlas, un robot bipede che rappresenta la versione più avanzata e più compatta (175 centimetri di altezza per 83 chilogrammi) di un modello inaugurato tre anni prima. Come si vede nel video qui sotto, Atlas sa aprire le porte, raccogliere e trasportare pacchi e soprattutto è dotato di un sistema di sensori che gli permettono di camminare su terreni impervi rimanendo in perfetto equilibrio. Inoltre resiste bene agli urti, cadendo solo se viene spinto da dietro; anche se poi si rialza da solo, proprio come farebbe un uomo.
TechRobot del 2016, ecco quelli di cui dobbiamo ricordarci