Sabato 29 Marzo 2025
MICHELA PICCINI
Tech

Quando l’AI entra in libreria: rivoluzione o evoluzione?

Ivan Menghini, Head of Digital & Communication di Libraccio, racconta l’evoluzione del mercato editoriale, il ruolo del digitale e la sfida di innovare senza perdere l’anima del libro.

Ivan Menghini, Head of Digital & Communication di Libraccio

Ivan Menghini, Head of Digital & Communication di Libraccio

C’era una volta il libraio, custode di storie e consigliere fidato dei lettori. E c’è ancora. Ma al suo fianco non possiamo fare a meno di notare un nuovo alleato: l’intelligenza artificiale. Una presenza che non sostituisce, ma affianca, migliorando la gestione delle librerie e ampliando le opportunità per editori e librai.

La domanda non è se l’AI trasformerà il settore, ma come i professionisti potranno sfruttarne il potenziale senza perdere l’anima del mestiere. Si parla, di fatto, di un cambiamento già in atto: secondo l’analisi di Statista, il 47% delle case editrici statunitensi già nel 2023 impiegava l’AI per attività di marketing, mentre il 25% la utilizzava nei processi editoriali. Gli scrittori stessi se ne servivano per controllo grammaticale (47%) e brainstorming di idee e personaggi (29%). Ma se nel mondo editoriale il dibattito è acceso sul ruolo dell’AI nella creazione dei contenuti, nel settore librario il focus si sposta: come può la tecnologia migliorare l’esperienza del lettore e ottimizzare il lavoro del libraio?

Nonostante il boom del digitale, il libro cartaceo continua a dominare il mercato italiano, e le librerie fisiche restano un punto di riferimento per chi cerca il consiglio di un esperto e il piacere della scoperta. L’AI non cambierà questa dinamica, ma può offrire strumenti utili per rendere le librerie più efficienti e accoglienti. "L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche l’editoria, perché permette di risparmiare o investire meglio una delle risorse più preziose: il tempo. Questo si traduce in una produzione più veloce e in una maggiore produttività, ma pone anche il rischio di saturare il mercato e appiattire la creatività", spiega Ivan Menghini, Head of Digital & Communication di Libraccio.

Opportunità concrete che Libraccio, fondata nel 1979 e una delle principali catene di librerie in Italia, con un forte impegno nel mercato dell’usato, ha colto (e sfruttato) già da qualche anno facendo dell’integrazione tra innovazione e tradizione la propria forza. Con 65 punti vendita, un consolidato canale online e iniziative che vanno oltre la semplice vendita – come eventi culturali e format interattivi – il gruppo ha dimostrato che la tecnologia non è un nemico, ma un alleato. "La grande sfida è trovare il giusto equilibrio tra tecnologia e autenticità. Se ci affidiamo troppo all’AI, rischiamo una produzione senza profondità emotiva. Il libraio, per esempio, diventa ancora più centrale: deve essere il ponte tra il mondo dei dati e quello dell’intelligenza emotiva" continua.

Di aree in cui l’AI può davvero fare la differenza ce ne sono, per editori e librai: dalla gestione del magazzino con strumenti predittivi per analizzare dati di vendita, suggerire quando riordinare un titolo o ridurre le copie di un volume meno richiesto, passando per la personalizzazione dell’esperienza cliente con chatbot e algoritmi di raccomandazione per migliorare l’interazione online o suggerire libri in base alle preferenze dell’utente. E poi quella del marketing intelligente, per sviluppare campagne promozionali basate su dati analitici che aiutano a individuare il pubblico giusto e a ottimizzare gli investimenti. Per finire, l’ottimizzazione del lavoro del libraio che, grazie all’AI, ha più tempo per dedicarsi alle attività più umane e creative, come la relazione con il cliente e l’organizzazione di eventi in libreria.

Quale sarà quindi il futuro delle professioni editoriali? “L’integrazione dell’AI non deve essere vissuta come una minaccia, ma come un’occasione di crescita. I librai e gli editori del futuro non saranno sostituiti dalla tecnologia, ma dovranno acquisire nuove competenze per rimanere competitivi. Investire nella formazione, comprendere il funzionamento degli strumenti AI e utilizzarli per migliorare il proprio lavoro sarà fondamentale”, prosegue Menghini.

L’Associazione Italiana Editori (AIE) ha già avviato seminari dedicati a queste tematiche, segno che l’intero settore è chiamato a un cambiamento culturale oltre che tecnologico. Il libraio di domani sarà un esperto di storytelling, un curatore di esperienze, un punto di riferimento che, grazie all’AI, potrà offrire un servizio ancora più efficace e su misura.

L’intelligenza artificiale è già parte del presente e sarà sempre più centrale nel futuro dell’editoria e delle librerie. Eppure il ruolo della regolamentazione e la trasparenza nel suo utilizzo è ancora una partita aperta, a partire dall’Unione Europea. Il bollino ‘Human Authored’, ad esempio, che consente agli autori di certificare il proprio lavoro e ai lettori di sapere se il libro è frutto di un'intelligenza artificiale, non vieta l'utilizzo dell’AI, ma certifica che il contenuto è stato scritto da un umano.

“Questo aiuta a mantenere trasparenza e valore culturale, poiché il valore dell’esperienza umana resta insostituibile - conclude Menghini -. Il segreto per un’evoluzione sostenibile sta nell’equilibrio tra innovazione e tradizione, in cui la tecnologia supporta senza stravolgere, e dove la passione per i libri resta sempre il cuore pulsante del mestiere”.