Venerdì 18 Aprile 2025
ALEX LUNG
Tech

Meta userà i nostri post per addestrare l’AI: cosa comporta (e sì, si può dire di no)

Facebook e Instagram raccolglieranno le interazioni pubbliche degli utenti per sviluppare ulteriormente il software generativo. Ma prima chiederà il consenso. Tutelati i minorenni

Meta userà i post pubblici su Facebook e Instagram per addestrare l'AI

Meta userà i post pubblici su Facebook e Instagram per addestrare l'AI

Roma, 14 aprile 2025 – Dopo l’assistente virtuale su Whatsapp, Meta apre un nuovo capitolo in materia di intelligenza artificiale. La società che produce Facebook e Instagram, oltre alla nota app di messaggistica, userà i nostri dati pubblici (come post e commenti) per addestrare l’AI. L'obiettivo è insegnare al software generativo a "comprendere e riflettere meglio culture, lingue e storie" per "consentire di supportare meglio milioni di persone e aziende in Europa", sottolinea la società di Mark Zuckerberg. Verranno usate anche le interazioni degli utenti con Meta AI come le domande e le richieste fatte su Instagram e Messenger, ma non quelle su WhatsApp. Niente paura, chi vuole può negare l'utilizzo dei propri dati. Non è del tutto una novità, anzi. "È importante sottolineare - spiega l'azienda - che il tipo di addestramento che stiamo svolgendo non è un'esclusiva di Meta né avviene esclusivamente in Europa. È così che abbiamo addestrato i nostri modelli di intelligenza artificiale generativa per le altre regioni del mondo, fin dal lancio. Stiamo seguendo l'esempio di altre aziende, tra cui Google e OpenAI che hanno già utilizzato dati degli utenti europei per addestrare i propri modelli di IA".

Meta assicura che non saranno utilizzati “i messaggi privati ​​scambiati con amici e familiari per addestrare”, né i dati pubblici degli account intestati a persone con meno di 18 anni.  Nei prossimi giorni, gli utenti di Whatsapp, Instagram e Facebook riceveranno notifiche ed email da parte di Meta con la spiegazione di cosa sta per succedere e di come verranno utilizzati i loro dati. Nelle medesime comunicazioni, sarà allegato anche un link dove sarà disponibile un modulo per rifiutare l'utilizzo delle proprie informazioni. Questi ultimi passi in avanti per l'Ai di Meta arrivano in realtà in ritardo sulla tabella di marcia, per via delle normative europee sulla privacy. La funzionalità del chatbot su Whatsapp era stata bloccata per molti mesi a seguito dei dubbi delle autorità irlandesi. "Siamo dispiaciuti che ci sia voluto quasi un anno per arrivare a questo punto - osserva Meta - Accogliamo con favore il parere fornito dal Comitato europeo per la protezione dei dati a dicembre che ha confermato come il nostro approccio iniziale fosse conforme ai nostri obblighi legali".