Roma, 12 agosto 2024 – Acqua liquida, probabilmente intrappolata nelle rocce presenti delle profondità di Marte, in quantità sufficiente a ricoprire l’intera superficie del pianeta rosso con oceani profondi 1-2 chilometri. Sono i risultati dello studio dei dati che arrivano dalle osservazioni della sonda Insight della Nasa, compiute tra 2018 e 2022.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Pnas dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana, è stato guidato dall’Univerasità di Berkley, conferma la presenza di acqua su Marte in forma liquida, oltre che sotto forma di ghiaccio ai poli e all’equatore del pianeta.
La cattiva notizia è che questa riserva non potrà essere utilizzata in nessun modo per ipotetiche future colonie umane: la profondità a cui si trova – tra i 11,5 e i 20 chilometri dalla superficie – rende impossibile avervi accesso (almeno con gli strumenti attualmente a disposizione).
Ai fini dello studio, i ricercatori guidati da Vashan Wright, ora all'Università della California a San Diego, hanno analizzato i dati sismici che Insight ha raccolto nel corso di terremoti, impatti di meteoriti e 'brontolii' sotterranei provenienti da aree vulcaniche, che hanno consentito di sondare le parti interne del pianeta rosso.
Secondo gli autori, la migliore spiegazione per i risultati ottenuti sarebbe proprio la vasta presenza di acqua racchiusa in fratture e pori delle rocce che formano la crosta marziana. L’ipotesi è che gli oceani che più di 3 miliardi di anni fa erano presenti sulla superficie di Marte non siano evaporati, come si credeva in precedenza, ma siano filtrati sotto il suolo del pianeta, in profondità.
“Stabilire che esiste un grande serbatoio di acqua liquida fornisce una finestra su come era o poteva essere il clima”, afferma Michael Manga di Berkeley, co-autore dello studio. “Dal momento che l'acqua è necessaria per la vita come la conosciamo, non vedo perché questo serbatoio sotterraneo non possa essere, in linea di principio, un ambiente abitabile. Ciò è certamente vero sulla Terra: le miniere profonde ospitano la vita, il fondo dell'oceano ospita la vita”, ha aggiunto il ricercatore.