Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE TECH

La Nasa ritrova sonda perduta

Dopo anni di ricerche è stata ritrovata la sonda indiana Chandrayaan-1, dispersa nel 2009 mentre era in missione intorno alla Luna

Ricostruzione della sonda Chandrayaan-1 (Foto: aravind chandramohanan/Alamy)

Ricostruzione della sonda Chandrayaan-1 (Foto: aravind chandramohanan/Alamy)

Dopo anni di tentavi falliti, la NASA è riuscita a scoprire dov'era finita la sonda indiana Chandrayaan-1, che nel 2009 scomparve nello spazio mentre stava studiando la Luna. Per l'agenzia spaziale americana si tratta di un successo senza precedenti, perché il modulo orbitante era talmente piccolo da essere considerato praticamente introvabile. Non a caso la strategia che ha finalmente consentito il ritrovamento potrà essere utilizzata in futuro nell'ambito di altre missioni esplorative o di recupero. CHE COS'È CHANDRAYAAN-1 È una missione lunare senza equipaggio, che prese il via il 22 ottobre 2008 sotto il controllo dell'agenzia spaziale indiana, con l'obiettivo di studiare da vicino il nostro satellite naturale. Faceva affidamento su due tecnologie: un orbiter (ossia una sonda orbitante) e un impattatore dotato di vari strumenti (la Moon Impact Probe). La sonda, costituita da un cuboide di circa 1,5 metri per lato, cessò di inviare segnali nell'agosto 2009, dopo soli 312 giorni di attività. La missione sarebbe dovuta durare due anni. SONDA, DOVE SEI? Per risolvere l'enigma, i ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della NASA hanno sfruttato l'antenna radar da 70 metri del Goldstone Deep Space Communications Complex, in California, e il Green Bank Telescope situato in West Virginia. L'antenna è servita per inviare microonde a 380mila chilometri di distanza, mentre il radiotelescopio ha permesso di "ascoltare" gli echi di ritorno. I calcoli successivi hanno così portato alla localizzazione della sonda scomparsa, certificando che Chandrayaan-1 mantiene un'orbita circolare polare a circa 200 chilometri dalla superficie lunare. La sua marcia risulta inclinata di 180 gradi rispetto alla traiettoria originale. Come spiega il sito dell'ASI (Agenzia Spaziale Italiana), la ricerca degli oggetti dispersi nell'orbita lunare aveva finora fatto affidamento sull'uso dei telescopi ottici. Con risultati non sempre ottimali, principalmente a causa del disturbo generato dal bagliore riflesso della Luna.