Martedì 5 Novembre 2024

Siti cancellati e link perduti: così Internet sta morendo (lentamente)

Lo dice una ricerca del centro studi Pew Research Center che confronta i dati del 2013 con quelli del 2023 e analizza anche la situazione dei social

Il 38% delle pagine web esistenti nel 2013 è scomparsa

Il 38% delle pagine web esistenti nel 2013 è scomparsa

Roma, 28 maggio, 2024 – Internet contiene miliardi di dati, pagine e informazioni, che sono accessibili a chiunque ogni giorno. Il web, però, sta scomparendo: un quarto dei siti che erano attivi fra il 2013 e il 2023 non esistono più o non sono più accessibili. Per quanto riguarda i contenuti più vecchi, quelli attivi nel 2013, il 38% non è più disponibile o è stato eliminato. E solamente nel 2024 abbiamo perso l’8% delle pagine web attive nel 2023.

Questi dati sono il frutto di una indagine condotta dal Pew Research Center, un centro di studi di Washington che si occupa di analisi sociali, demografiche e sull’opinione pubblica.

Lo studio è stato condotto raccogliendo campioni casuali di quasi un milione di pagine web, prese da Common Crawl, un servizio che archivia parti di Internet. Il fenomeno descritto dal centro di studi, una vera e propria moria del web, è noto come decadimento digitale e ogni anno aumenta in velocità e grandezza.

Secondo l’analisi del Pew Research Center questo fenomeno avviene soprattutto perché le pagine vengono rimosse o cancellate da siti che in realtà sono funzionanti. Ciò che conta, però, è che stia scomparendo tutto ciò che il web ha immagazzinato da quando è nato nel 1994: dati, articoli, libri, fotografie, ricordi personali.

Il decadimento digitale, inoltre, colpisce ogni tipo di sito online, da quelli governativi, alle banche dati, passando per Wikipedia. Per esempio, circa il 23% delle pagine web di notizie, quelle dei giornali o delle tv, contiene almeno un collegamento non funzionante e la stessa cosa avviene per il 21% dei siti web governativi, in particolar modo per le pagine di enti locali. Per quanto riguarda Wikipedia, la celebre enciclopedia online, il 54% delle sue pagine contengono nei propri riferimenti almeno un collegamento che non esiste più.

La ricerca del Pew Research Center ha esaminato anche l’effetto del decadimento digitale sui social network e anche qui la situazione si può definire preoccupante. Il centro studi americano si è focalizzato su X e ha raccolto, nella primavera del 2023, un campione in tempo reale di tweet e li ha poi seguiti per tre mesi nella loro vita. È emerso che quasi un tweet su cinque non è più visibile pochi mesi dopo essere stato pubblicato e che nel 60% dei casi l'account che originariamente aveva pubblicato il tweet è stato reso privato, sospeso o cancellato del tutto. Nel restante 40% il titolare dell'account ha cancellato il singolo tweet, ma l'account esisteva ancora. Alcuni tipi di tweet, infine, tendono a scomparire più spesso di altri. Oltre il 40% dei tweet scritti in turco o arabo non sono più visibili sul sito entro tre mesi dalla pubblicazione.