Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE TECH

L’IA minaccia il lavoro pubblico: “218mila lavoratori a rischio sostituzione”

Il 57% dei più di 3 milioni di lavoratori statali italiani è altamente “esposto” all’impatto dell’IA nella propria vita. I risultati della ricerca di Fpa

218mila lavoratori a rischio sostituzione con l'intelligenza artificiale

218mila lavoratori a rischio sostituzione con l'intelligenza artificiale

Roma, 21 maggio 2024 – L’intelligenza artificiale mette sempre più a rischio il lavoro dei dipendenti pubblici. 218mila lavoratori non specializzati sono considerati “vulnerabili” e potrebbero essere rimpiazzati nelle loro mansioni considerate ripetitive e prevedibili. È quanto emerge dalla ricerca di Fpa, “L’impatto dell’intelligenza artificiale sul pubblico impiego”, presentata in apertura del Forum sulla pubblica amministrazione 2024. Il 57% dei più di 3 milioni di lavoratori statali italiani è altamente “esposto” all’impatto dell’IA nella propria vita. Nello specifico, ci sarà una forte interazione tra le mansioni svolte e quelle che gli algoritmi sono in grado di svolgere. Si tratta di ben 1,8 milioni di persone, in particolare dirigenti, ruoli direttivi, tecnici, ricercatori, insegnanti, legali, architetti, ingegneri, professionisti sanitari e assistenti amministrativi. Questo connubio potrebbe portare ad un arricchimento delle attività grazie all’aiuto della tecnologia, oppure alla sostituzione degli impiegati pubblici.

Quei lavoratori che invece svolgono ruoli di leadership e gestione, come dirigenti scolastici, prefetti o magistrati, riusciranno a operare in modo complementare con le nuove tecnologie, se adeguatamente formati con un’organizzazione abilitante. 

Il restante 8% (circa 154mila dipendenti tra cui molte professioni del settore sanitario e diplomatico) è in una zona ambigua tra potenziali sinergie e rischi di sostituzione.

"Di fronte a un simile impatto, la pubblica amministrazione è chiamata ad una riforma strutturale”, afferma Carlo Mochi Sismondi, Presidente di Fpa. “Serve una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale e soft skill, che possono qualificare il lavoro liberato da mansioni ripetitive e routinarie. A livello organizzativo, bisogna abbandonare la logica gerarchica e burocratica per introdurre la flessibilità necessaria a gestire il cambiamento.”

Intanto l’Ue ha approvato l’AI Act, la legge europea che disciplina lo sviluppo, l'immissione sul mercato e l'uso dei sistemi di intelligenza artificiale  in Ue. Rappresenta la prima normativa al mondo in materia e detta una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi di intelligenza artificiale in base ai diversi livelli di rischio identificati. 

Le nuove regole saranno applicabili a due anni dall'entrata in vigore, con l'eccezione dei divieti, che scatteranno dopo sei mesi, dei controlli sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e degli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi).