Giovedì 19 Dicembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Tech

Fortnite, inchiesta choc. "Così la mafia sfrutta i bambini per riciclare milioni"

In base a un report della società israeliana di cyber-sicurezza SixGill, le organizzazioni criminali di tutto il mondo utilizzano il videogame più popolare degli ultimi anni per ripulire il denaro proveniente dalla clonazione delle carte di credito

Fortnite (Epic)

New York, 16 gennaio 2019. Alla mafia piace Fortnite. Le organizzazioni criminali di tutto il mondo hanno messo gli occhi sul videogame più popolare degli ultimi anni per riciclare milioni di dollari. E lo fanno sfruttando i bambini. Il meccanismo, come spiega un report della società israeliana di cyber-sicurezza SixGill, è molto semplice.

Ma andiamo per gradi. Per chi non lo conoscesse, Fortnite è una specie di 'Hunger Games' che si può vivere direttamente dai propri salotti. In ogni partita della modalità Battle Royale (la più utilizzata) cento giocatori si sfidano a colpi di fucile e bombe per rimanere gli unici in vita nell'arena virtuale. Il videogame per pc, Playstation e Xbox creato dalla Epic è completamente gratuito, si paga solo per personalizzare il proprio personaggio. Chi vuole un'uniforme più bella o un paracadute più à la page deve per forza fare acquisti nel negozio virtuale di Fortnite. Lo shopping si fa grazie ai V-Bucks, la moneta virtuale del gioco. Per comprarli si devono sganciare soldi veri. Mille unità della cyber-valuta battuta da Epic, ad esempio, costano 9,99 dollari.

Ed ecco che in questo sistema si è inserita la mafia. Quando i dati di una carta di credito vengono rubati, gli hacker del crimine organizzato si precipitano a comprare V-Bucks, che poi rivendono a prezzo scontato sul dark web, quella parte di Internet accessibile utilizzando alcuni tipi di software, o in altri casi direttamente su piattaforme accessibili a tutti. I bambini e gli adolescenti, che pensano di fare un affare, non sanno che dietro all'occasione imperdibile in realtà si cela molto spesso il crimine organizzato e così, se hanno accesso alla carta di credito dei genitori, non si fanno remore a utilizzarla. Secondo SixGill, che ha condotto diverse operazioni in incognito, le maggiori trattative avvengono utilizzando l'inglese, il cinese, il russo, l'arabo e lo spagnolo. Il riciclaggio funziona in maniera molto semplice: gli hacker creano nuovi account di Fortnite che riempono di V-Bucks (acquistati con le carte di credito clonate) e che mettono in vendita per un certo numero di Bitcoin o dollari. Quando la transazione va a buon fine, i soldi diventano puliti.

Non si sa esattamente quanti milioni di dollari siano già stati riciclati utilizzando questo metodo. Tanto per avere un'ordine di grandezza, negli ultimi sessanta giorni, i 50 articoli di Fortnite più visualizzati su eBay avevano un valore di circa 250mila dollari. E proprio sul sito d'aste più famoso del mondo è facile trovare account in vendita anche a diverse migliaia di dollari (perché contengono molti V-Bucks o perché mettono a disposizione del cliente uniformi particolarmente rare). “Il boom di popolarità di Fortnite, che ha più di 125 milioni di giocatori e ritorni per centinaia di milioni di dollari, ha attirato l'attenzione di diversi gruppi criminali, che stanno utilizzando il videogame – spiega Benjamin Preminger, analista di SixGill – per commettere illeciti finanziari”. Il titolo della Epic, che pochi giorni fa ha ribadito di essere al lavoro per contrastare questo fenomeno, non è l'unico nel mirino dei cybercriminali, ma resta il preferito per chi vuole lavare denaro sporco. “Basterebbe controllare gli account che improvvisamente acquistano enormi quantità di V-Bucks, ma questo – attacca Premigner – Epic non lo fa”.