Mercoledì 20 Novembre 2024
REDAZIONE TECH

Elon Musk e il chip nel cervello: “Neuralink pronta per il secondo impianto”. Cosa era successo al primo paziente

Dopo aver superato un problema, la società del magnate ha annunciato di aver ripreso l’attività. Come funzionano gli impianti cerebrali negli esseri umani

Elon Musk ha annunciato che la sua società di neurotecnologie Neuralink riprenderà a installare impianti cerebrali negli esseri umani, dopo aver superato due mesi fa un problema che ha ridotto la capacità del primo paziente operato di muovere con il pensiero il cursore di un computer.

Elon Musk
Elon Musk

Musk: "Liberare il potenziale umano”

La start-up, co-fondata da Musk nel 2016, mira a sviluppare un canale di comunicazione diretto tra il cervello e i computer per restituire l'autonomia a persone con esigenze mediche, in particolare tetraplegia. La sua tecnologia, che promette in futuro di "liberare il potenziale umano", funziona attraverso un dispositivo delle dimensioni di cinque monete impilate che viene inserito nel cervello attraverso un intervento chirurgico e permette di controllare i dispositivi con la mente.

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Come funziona il chip Neuralink impiantato nel cervello di un uomo. “Consente di usare il telefono col pensiero”

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Secondo paziente

"Ora stiamo passando al nostro secondo paziente. Ma speriamo, se tutto va bene, di averne diversi, più di cinque, già quest'anno", ha detto il miliardario in una conferenza trasmessa su X, il suo social network. "Per la prossima fase di implementazione, vogliamo davvero assicurarci di fare il maggior numero possibile di progressi tra ogni paziente Neuralink", ha aggiunto il boss di Tesla e SpaceX.

Problema superato

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Neuralink mostra video del paziente che gioca a scacchi con la mente

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A gennaio Neuralink ha impiantato il suo primo chip in un essere umano, il 29enne Noland Arbaugh, tetraplegico dopo un incidente stradale. A marzo l'azienda ha pubblicato un video che mostrava Noland mentre giocava a scacchi online, utilizzando la sua mente, senza menzionare un dettaglio: dopo l'operazione, alcuni dei fili rivestiti di elettrodi si erano ritirati. Poiché servono a captare i segnali neurali, il paziente ha momentaneamente perso la capacità di controllare il cursore sullo schermo. A maggio Neuralink ha dichiarato di aver risolto il problema, in particolare migliorando l'algoritmo per renderlo più sensibile ai segnali. L'azienda ha ora fatto il punto sui suoi progressi, tra cui l'impianto di fili più profondi nel cervello per migliorare le capacità dei pazienti.