Roma, 13 novembre 2024 – Con un giro d'affari di 800 milioni di euro già nel 2023, l’intelligenza artificiale in Italia non è più solo una promessa, ma una realtà che cresce a ritmi frenetici: entro il 2026, il settore arriverà a sfiorare i 2 miliardi di euro. A rivelarlo sono i dati del rapporto di Tig – The Innovation Group, presentato oggi all’inaugurazione della nona edizione del Digital Italy Summit, l’appuntamento annuale dedicato ai temi di attualità tecnologica, alle sfide e opportunità che l’innovazione offre. Protagonista della prima giornata è stata l’intelligenza artificiale (Ia), con i suoi punti di forza e con i suoi limiti. Ia che, aldilà dei resoconti fantascientifici, va ben oltre l’interazione con un robot dalla voce umanizzata. È l’insieme di tecnologie che consentono ai computer di eseguire una serie di funzioni avanzate, tra cui la capacità di vedere, comprendere e tradurre il linguaggio parlato e scritto, analizzare i dati, fornire suggerimenti. E quindi, potenzialmente, di alleggerire il nostro carico di lavoro. Ma il dilemma è aperto: l’intelligenza artificiale va controllata? Quali conseguenze avrà sull’assetto geo politico mondiale? E sul concetto di democrazia? Questi sono solo alcuni dei quesiti messi oggi sul tavolo.
Gli esperti internazionali
A intervenire in video collegamento, direttamente dalla Stanford University Fei-Fei Li, informatica statunitense di origini cinesi, considerata la madrina dell’intelligenza artificiale e “la scienziata che porta l’umanità nel Ai”. La ricercatrice ha illustrato alcuni concetti contenuti nel suo libro pubblicato nel 2023 “Tutti i mondi che vedo”, selezionato dal Financial Times come uno dei libri dell’anno. E la cui lettura è stata suggerita anche dallo stesso Barack Obama. Tra gli ospiti internazionali, anche il politologo Ian Bremmer, che ha evidenziato come l’espansione dell’IA e delle tecnologie avanzate possa portare alla nascita di un complesso sistema militare-tecnologico, rafforzando le infrastrutture di difesa e sorveglianza. Tuttavia, non si tratterà di un ritorno a un rigido “sistema a blocchi come durante la Guerra Fredda” chiarisce, in cui i due antagonisti sono gli Usa e la Cina. Al contrario, “molte nazioni cercheranno una collaborazione bilaterale flessibile, appoggiandosi anche alla Cina per ambiti cruciali come il nucleare, l’energia eolica e altre tecnologie sostenibili”. Secondo Bremmer questa interdipendenza potrebbe bilanciare l'influenza dei due poli, limitando la creazione di alleanze esclusive e mantenendo una certa fluidità nel panorama geopolitico globale.
L’uomo e la macchina
Il focus si sposta poi sul rapporto macchina-uomo. Tra gli ospiti, è intervenuto Padre Paolo Benanti, docente di neuroetica, bioetica e teologia morale, approfondendo in particolare le sfide legate alla sostenibilità dell’intelligenza artificiale e le sue implicazioni geopolitiche. Benanti ha sottolineato che l'Ia “è un sistema altamente energivoro”, il che comporta la “necessità di un'infrastruttura energetica robusta per alimentarla”. Ciò solleva interrogativi cruciali su come rendere l’energia accessibile a livello globale, considerando l’impatto che queste tecnologie avranno sul pianeta. "Non sono solo le università scientifiche a rivestire un ruolo fondamentale. Non è la competenza tecnica che ci manca, ma la necessità di sviluppare una nuova visione dello scienziato, che non sia solo un tecnocrate" ha commentato Marina Geymonat, head del laboratorio di Ia di Leonardo Labs. Secondo Geymonat "è cruciale includere anche umanisti, filosofi e classicisti, figure che sono assolutamente indispensabili" per risolvere i dilemmi dell'intelligenza artificiale. Visione condivisa da Maurizio Ferraris, professore ordinario di filosofia teoretica e vice-rettore, Università di Torino, secondo sui ’Europa "deve affrontare una vera e propria rivoluzione copernicana sull'approccio all'Ia" riconoscendo il proprio paradosso: "mentre produce una grande quantità di dati, non li sfrutta appieno, a differenza di quanto fanno Cina e Stati Uniti".
L’intervento
“Il Digital Italy Summit 2024 – ha dichiarato Roberto Masiero, Presidente di TIG - The Innovation Group – si pone come l’occasione per fare il punto sui più recenti trend tecnologici e del loro impatto rispetto a processi di innovazione digitale del nostro paese. L’ampio spettro di profili e personalità, grazie ai quali abbiamo costruito l’evento benchmark del digitale in Italia, ci permette di focalizzare la tematica dell’innovazione tecnologica da più punti di vista, facendo leva su angolature e spunti di vario genere. Soprattutto in funzione dello sviluppo accelerato di AI e GenAI – ha sottolineato Masiero – e della loro “adottabilità” trasversale da tutte le aree di business, ci sentiamo di dire che il problema oggi è la familiarizzazione con un “habitus” culturale nuovo by design. In altri termini, crediamo che sia il momento di non limitarci a scelte che rischiano di essere meramente tattiche, bensì riteniamo necessario mettere in campo un approccio strategico a 360 gradi, che sappia cogliere il cambiamento di paradigma cui ci troviamo esposti. Confrontarci su queste tematiche può essere considerato il primo dei milestones di un percorso che si presenta sempre più interessante ancorché non privo di passaggi complessi”.
Gli appuntamenti
La manifestazione si sviluppa su tre giornate: oggi l'apertura del summit, su invito, per rappresentanti del mondo delle istituzioni, della politica, dell’economia e delle aziende partner dell’iniziativa. Domani i lavori aperti al pubblico cominciano con una sessione plenaria e proseguono su tre filoni tematici, Tech Adoption Strategies, Cybersecurity Summit e Cio Panel; il 14 novembre l’agenda è occupata dal PA Summit, dedicato al tema della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione Centrale e Locale.