Milano, 17 ottobre 2019 - Si intitola #diabeteontheroad l'hasthag di un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta delle nuove tecnologie che semplificano la vita alle persone con diabete. Disciplina, autogestione e controlli costanti dei valori della glicemia sono all'ordine del giorno, si calcola che una persona alle prese con gli alti e bassi dell'insulina debba dedicare in media un’ora del proprio tempo, tutti i giorni, per fronteggiare gli inconvenienti. Un valido aiuto arriva dai moderni sistemi che raccolgono, da un cerotto sulla pelle, con un minuscolo sensore sottocute, i parametri del sangue senza doversi più forare, grazie a un sensore impiantabile che regala piena libertà nella massima sicurezza.
Ne hanno parlato Paolo Di Bartolo, direttore della Rete clinica diabetologia AUSL Romagna, presidente eletto Associazione Medici Diabetologi (AMD) Massimo Balestri, amministratore delegato di Roche Diabetes Care Italy, e Fabio Persico, film maker, che ha elaborato una serie di video con testimonianze di vita vissuta. Si calcola che circa il 72% del totale delle persone con diabete di tipo 1 e quasi il 50% con diabete di tipo 2 non sia in grado di ottenere un buon controllo glicemico, andando incontro a possibili complicanze acute o croniche. "Con il sensore impiantabile, siamo oggi di fronte a una svolta epocale nel mondo del monitoraggio in continuo", ha affermato Di Bartolo. "Ci troviamo, infatti, nella condizione privilegiata di avere a disposizione sistemi con caratteristiche diverse che consentono di personalizzare il monitoraggio in continuo in base alle esigenze del paziente, così come si fa già per la terapia farmacologica". La prima edizione di #diabeteontheroad toccherà un primo gruppo di 10 città: Milano, Brescia, Verona, Napoli, Roma, Marino, Salerno, Foggia, Potenza, Udine.
“Questa campagna è nata grazie al continuo ascolto delle persone che utilizzano i nostri device, e in questo caso di chi utilizza il sensore impiantabile”, commenta Massimo Balestri, Amministratore Delegato di Roche Diabetes Care Italy. “Infatti, sono state proprio loro che ci hanno raccontato come, nonostante tutte le difficoltà che si ritrovano quotidianamente ad affrontare per la gestione del diabete, il sensore impiantabile abbia permesso loro di sentirsi un po’ più liberi dalla malattia diventando uno strumento imprescindibile nella loro vita. Questo viene confermato dal 93% delle persone che una volta impiantato il sensore dichiarano di voler continuare ad utilizzarlo. C’è chi arriva al terzo, quarto, quinto re-impianto”.