Roma, 28 dicembre 2021 - Nel 2020 il cybercrime in Italia ha fatto registrare un vero e proprio boom. Rispetto al 2019 gli attacchi informatici sono cresciuti in tutto lo Stivale del 17,2% a fronte in una generale diminuzione dei reati denunciati. L'aumento emerge da una prima analisi del Centro Studi delle Camere di commercio Tagliacarne. Anche in questo caso il Covid ha influito: il virus ha costretto a virare sul digitale, ma ha trovato molte imprese e cittadini impreparati a gestire in sicurezza i propri dati online. Il report evidenzia una crescita generale dei reati economici (+0,9%), tra cui spiccano, in particolare, i delitti informatici (+19,8%) e le truffe e frodi informatiche (+17%).
Le regioni più colpite
L'incremento maggiore di reati informatici rispetto al 2019 si ha nel Nord Est, dove le denunce sono cresciute del 21,3%. Una vera e propria impennata rispetto ai dati del 2019 è stata registrata in Veneto (+35,3%), Abruzzo (+29,7%) e Puglia (+26,7%). Ma, in rapporto alla popolazione, la regione più colpita risulta essere la Liguria, con 571,7 reati informatici denunciati ogni 100mila abitanti, seguita dal Piemonte (569,1) e dal Friuli-Venezia Giulia (530,1). Proprio a quest'ultima regione appartiene la provincia più colpita, Gorizia, che è al top per numero di reati denunciati, il 50% in più della media italiana (678,1 contro 450). Al secondo e al terzo posto si collocano Torino e Novara (rispettivamente 642,7 e 641,9). Più al riparo dalla criminalità informatica appaiono,invece, le province di Barletta-Andria-Trani (137,3), Bolzano (196,6) e Lodi (249,7).