Roma, 21 luglio 2024 – La grande paura dell’apocalisse digitale è passata. Metà mondo torna verso la normalità dopo il lungo brivido del venerdì nero dell’informatica. Ora i tecnici della CrowdStrike, la società di sicurezza informatica su cui si affida Windows, il sistema operativo di Microsoft che fa funzionare server e computer in tutto il mondo, hanno anche trovato il colpevole del tilt planetario. Tutta colpa di un file, il numero 291, con un errore nel codice che ha letteralmente fatto impazzire i computer, con tanti riavvii inaspettati e uno schermo blu che ha seminato il panico. Sono 8,5 milioni i dispositivi colpiti, secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda informatica americana. Per ora si sa che il bug ha portato alla cancellazione di 6.855 voli, quasi il 7% (6,2%) di quelli programmati.
La situazione si sta normalizzando anche negli aeroporti italiani. Ieri, a Fiumicino, non sono partiti 5 voli e i ritardi sono stati compresi fra i 20 e i 40 minuti. In Toscana i sistemi informatici sono tornati perfettamente funzionanti e le compagnie hanno assicurato la riprotezione ai passeggeri che hanno visto rimanere a terra i propri voli: 24, ieri, da e per il solo scalo di Firenze. Alcuni altri su Pisa. Pochi disagi a Napoli: a Capodichino voli regolari ma con un coefficiente di "riempimento" più alto. Operativi gli aeroporti pugliesi con qualche ritardo ma nessuna cancellazione così come a Genova.
Ma caos e disagi non sono mancati neanche ieri negli scali americani ed europei. Secondo la Bbc, in tutto il mondo anche ieri sono stati cancellati oltre 1.700 voli. Pochi problemi, invece, sul fronte degli istituti di credito, dove si sono registrati solo malfunzionamenti e nessun problema negli ospedali. Ma la verità è che ci vorrà qualche giorno per tornare alla piena normalità. Gli esperti parlano addirittura di settimane. Infatti, le aziende di servizi pubblici, una volta superata l’emergenza, devono recuperare e smaltire gli arretrati accumulati durante il black out informatico. Senza considerare che, in molti casi, le società si sono messe all’opera anche per studiare le contromisure per fare fronte a nuove emergenze.
Ma non basta. Perchè la stessa CrowdStrike ha messo in guardia da criminali che starebbero cercando di trarre vantaggio dal guasto mondiale. In una comunicazione pubblicata sul suo blog, l’azienda avverte di un "probabile attore di eCrime" che sta prendendo di mira clienti con sede in America Latina sfruttando la situazione per distribuire file maligni.
Nessun problema, invece, in Cina e in Russia. Il motivo è semplice: le due super potenze hanno da tempo imboccato la strada della "sovranità informatica". Pechino per motivi politici, Mosca a causa delle sanzioni post invasione dell’Ucraina. Il risultato è che da queste parti non si è vista nemmeno l’ombra dello "schermo blu" che ha paralizzato il resto del mondo. In Cina, infatti, i principali fornitori di servizi cloud sono aziende "autoctone" come Alibaba, Tencent, Linux e Huawei. Inoltre, negli ultimi anni, Pechino ha realizzato un vero e proprio programma di "sostituzione" dei servizi di Information Technology (IT) esteri con quelli nazionali per motivi di sicurezza nazionale e geopolitici. Una strategia alla quale hanno risposto alcuni paesi occidentali mettendo al bando la tecnologia Huawei. Stesso discorso a Mosca dove, le sanzioni decise dai Paesi occidentali, hanno di fatto spinto giganti come Microsoft a sospendere le vendite dei loro prodotti e servizi, riducendo quindi la loro presenza a vantaggio di aziende come Kaspersky Lab.