Mercoledì 13 Novembre 2024
SAVERIO BARGAGNA
Tech

Uomo batte computer. Concorso letterario boccia l’intelligenza artificiale. "Ma un giorno vincerà"

"Tema banale, narrazione ridondante di metafore scontate e non pertinenti". Così la giuria ha bocciato un elaborato, senza sapere che era stato prodotto dall’Ai

Pisa, 27 marzo 2024 – «Tema banale, narrazione ridondante di metafore scontate e non pertinenti ad una prosa. Scrittura classica non innovativa».

Con questo verbale l’ignara giuria del concorso letterario boccia l’elaborato proposto dall’intelligenza artificiale. L’autenticità batte il virtuale, lasciandoci tirare un sospiro di sollievo.

La curiosa vicenda arriva da Casciana Terme, antica culla di benessere fra le colline pisane. L’associazione locale ’Il risveglio del borgo’ promuove un concorso letterario per far conoscere le peculiarità di un centro storico sconosciuto ai più fra case in pietra, torre medievale e stradine strette quale il romantico ‘Vicolo dell’amore’.

Intelligenza artificiale: la giuria di un concorso letterario l'ha bocciata
Intelligenza artificiale: la giuria di un concorso letterario l'ha bocciata

Per celebrare Cupido e l’antico borgo di Corte Aquisana, ecco promosso un premio di prosa e poesia.

Ma gli organizzatori, con un pizzico di sana malizia, tirano uno ‘scherzetto’ alla giuria. Fra i 77 elaborati che celebrano l’amore, un testo è redatto dall’intelligenza artificiale. «Un esperimento – argomenta Francesco Biasci, vicepresidente dell’associazione nonché ex sindaco di Casciana – nato per gioco.

Ovviamente, se la giuria avesse portato avanti questo testo saremmo intervenuti, ma per fortuna non c’è stato bisogno».

Infatti i quattro componenti chiamati al giudizio – due professoresse, un giornalista e una bibliotecaria – hanno scartato subito il racconto scritto dal robot: «Banale. Scontato. Nessuna innovazione».

«Per quanto lo scritto fosse corretto – spiega con orgoglio Martina Librizzi, presidentessa dell’associazione cascianese – mancava del tutto di l’anima. Se l’amore è al centro del concorso, l’intelligenza artificiale ha dimostrato di esserne priva». «Ero presente alle riunioni della giuria – fa eco Biasci –. Quando il testo è stato recitato nessuno dei componenti lo ha trovato adatto. Frasi ordinate, ma prive di ogni autenticità. Non vi è umanità, né dolore, né desiderio». Corretto ma freddo. Scartato perché nulla aggiunge.

Antonio Frisoli, professore ordinario di ingegneria e docente di robotica presso la Scuola Superiore Sant’Anna, l’intelligenza artificiale potrà mai vincere un concorso letterario?

"Non mi stupirei se, nel prossimo futuro, accadesse".

Perché?

"Alcuni studiosi ritengono che nel 2035, ovvero fra dieci anni, la singolarità tecnica avrà la stessa intelligenza di un uomo. La macchina avrà quindi la capacità di emulare un cervello umano con risultati eccezionali. Le faccio un esempio che, in qualche misura, già riguarda l’ambito letterario".

Prego.

"Fino a poco tempo fa la traduzione di un romanzo giapponese compiuta da un computer non poteva tenere testa a quella di un traduttore. Oggi, invece, grazie a applicazioni specializzate, è difficile trovare differenze. Sono stati fatti passi avanti giganteschi".

Antonio Frisoli
Antonio Frisoli

Lei ritiene che l’intelligenza artificiale riuscirà perfino a scrivere poesie?

"Beh, alcune funzioni del robot hanno e avranno la capacità di elaborare contenuti che si discostano dalla realtà creando testi fantastici che, in qualche misura, possono rientrare nella categoria della creatività o, in senso negativo, nell’ambito delle fake news. Discorso diverso riguarda la poesia che attiene alla sensibilità, alle emozioni e all’esperienza che richiedono maturazione".

Dobbiamo spaventarci?

"No, ma è necessario attrezzarsi. Il problema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella creazione di contenuti scientifici è già di stretta attualità. Alcune delle più prestigiose riviste mondiali hanno redatto una policy che intende evitare parti scritte dai robot perché non soddisfano il criterio di attribuzione d’autore. Addirittura alcune riviste vietano l’utilizzo dell’intelligenza artificiale anche per la figura del revisore del testo. Però...".

Che cosa?

"I modelli che comunemente usiamo, come la nota ChatGPT, sono generalmente gratuiti e non specializzati. Essi incorrono anche in errori gravi perché redigono testi plausibili, ma non necessariamente veritieri. Discorso diverso va fatto per un’intelligenza artificiale specifica programmata per un settore preciso. Ad esempio, è molto interessante l’utilizzo dell’IA in ambito legale per l’analisi di sentenze o pareri. Già in questo ambito si ottengono risultati interessanti, appropriati e in tempi molto più rapidi".

Nel celebre libro ‘La storia infinita’ la fantasia rischiava di scomparire. E’ il nostro futuro?

"Siamo di fronte a grandi cambiamenti che ci interrogano anche come comunità scientifica. Ai miei studenti dico sempre che non dobbiamo preoccuparci, bensì occuparci. Fino a qualche anno fa si studiava il linguaggio di programmazione dicendo che sarebbe stato il futuro, oggi tali problematiche tecniche sono in qualche modo già automatizzate. Dobbiamo farci trovare pronti".

Ci sarà spazio per l’uomo?

"Ci sarà sempre spazio per l’uomo così come per la poesia e per i giovani. L’importante sarà prendere atto del mondo che cambia e darci regole chiare che, proprio come nello sport, non ci consentano di utilizzare l’intelligenza artificiale come doping".